giovedì 28 luglio 2016

Passati 50 anni da Corea del Nord-Italia del 1966, la vera storia della chiusura delle frontiere per i calciatori stranieri

"SPORT IN TV", IL LIBRO DI PINO FRISOLI E MASSIMO DE LUCA.

"RISCHIATUTTO. STORIA, LEGGENDE E PROTAGONISTI DEL PROGRAMMA CHE HA CAMBIATO LA TELEVISIONE".
IL LIBRO DI EDDY ANSELMI E PINO FRISOLI, INTRODUZIONE DI DANIELA BONGIORNO.
TUTTI I NOMI DEI CONCORRENTI, DELLE MATERIE DEL TABELLONE, I PROFILI DEI CAMPIONI E TANTO ALTRO
DA NON PERDERE PER TUTTI GLI APPASSIONATI DI STORIA DELLA TELEVISIONE E DI MIKE BONGIORNO
.

siti web




La ricorrenza dei 50 anni esatti da Corea del Nord-Italia 1-0, la sconfitta forse più clamorosa nella storia del calcio italiano, ci dà l'occasione per scrivere la corretta storia della chiusura delle frontiere ai calciatori stranieri. Finora si è sempre detto e scritto che la decisione di vietare l'acquisto di giocatori provenienti da federazione estera era stata presa in conseguenza della sconfitta con la Corea del Nord e la conseguente ed inattesa eliminazione al primo turno dai Mondiali d'Inghilterra del 1966. In realtà non andò così perchè le frontiere erano già chiuse. Infatti il 15 febbraio 1965 il Consiglio Federale, con Giuseppe Pasquale presidente della Figc, aveva già deciso di bloccare le frontiere per i calciatori e gli allenatori stranieri fino al 31 luglio 1966. Una decisione inaspettata che causò l'irritazione del presidente del Torino Orfeo Pianelli che già aveva concluso per circa 100 milioni di lire l'acquisto di Rudolf Brunnenmeier, quotato centravanti-ala del Monaco 1860 e della nazionale della Germania Ovest*. Già nel 1963, su indicazione governativa, erano stati presi dei provvedimenti per diminuire l'acquisto di giocatori stranieri e rafforzare i vivai. Nel 1964 arrivarono da oltre frontiera solo il peruviano Alberto Gallardo, al Cagliari, e il franco-argentino Nestor Combin, alla Juventus, ultimo in assoluto ad arrivare in Italia prima dell'inatteso blocco. Quindi nel dopo Corea venne semplicemente prorogato lo stop, deciso in occasione del Consiglio Federale del 16 settembre 1966, fino al 30 giugno 1971 andando oltre il mandato dello stesso Consiglio Federale, che sarebbe scaduto nel 1968. Unica eccezione a questo blocco sarebbe stata quella dello svedese Roger Magnusson, tesserato dalla Juventus per la Coppa dei Campioni 1967/68. All’epoca infatti le norme Uefa permettevano di avere in squadra un giocatore utilizzabile solo nelle coppe. Questa regola venne abolita dall'Uefa proprio alla fine della stagione 1967/68 e la Juve dovette prestare Magnusson al Marsiglia dove divenne uno dei giocatori più apprezzati del campionato francese. La speranza era quella di riprenderlo in occasione della riapertura delle frontiere con il connazionale Thomas Nordahl, figlio del grande Gunnar, ma purtroppo per vedere nuovi giocatori stranieri in Italia si dovrà aspettare fino al 1980. Un piccolo spiraglio si aprì solo per la stagione 1973/74 quando venne permesso l'arrivo di giocatori nati in Italia e di passaporto italiano ma tesserati inizialmente per formazioni straniere. Per gli allenatori invece si riaprì nella stagione 1969/70, ma arrivò solo l'argentino Luis Carniglia, esonerato dopo sei giornate. In realtà la Juve avrebbe voluto ingaggiare l'inglese Malcom Allison dal Manchester City che però rifiutò quando ormai l'accordo sembrava trovato. Anche il Torino aveva pensato a un allenatore d'Oltremanica, Don Revie del Leeds, ma anche in questo caso non se ne fece nulla. Solo nel 1984/85, con l'ingaggio dello svedese Sven Goran Eriksson da parte della Roma, si riaprirono, non senza polemiche, le frontiere anche per gli allenatori stranieri che inizialmente potevano avere solo la qualifica di direttore tecnico con l'obbligo di affiancare un allenatore italiano di prima categoria.
In tema di stranieri vi ricordiamo l'articolo sullo svizzero Claudio Sulser, oggi capo della commissione disciplinare della Fifa, che il 3 gennaio 1980 fece una partita di prova con il Genoa che a Marassi affrontò in amichevole il Varese
SULSER STRANIERO DEL GENOA PER UN GIORNO
e quello sulla mancata riapertura delle frontiere nel 1976 quando la Juve arrivò a un passo dall'ingaggio di Cruijff con altri club italiani che già si erano mossi sul mercato in cerca di stranieri da ingaggiare
CRUIJFF, QUANDO NEL 1976 LA JUVENTUS ARRIVO' A UN PASSO DAL SUO INGAGGIO

* Il presidente del Torino Orfeo Pianelli era invece stato tra gli oppositori della riapertura delle frontiere nel 1976 ritenendo che questa decisione avrebbe rafforzato la concorrenza ai danni del suo Torino che in quegli anni contendeva alla Juventus lo Scudetto.

IN CASO DI RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DI QUESTO ARTICOLO SI PREGA DI CITARE COME FONTE IL BLOG DI PINO FRISOLI

BIBLIOGRAFIA
"Fino al 31 luglio 1966 vietato l'arrivo di giocatori e di tecnici dall'estero. La Figc blocca l'importazione di calciatori stranieri. Proteste del Torino che ha comprato Brunnenmeier", La Stampa, 16 febbraio 1965, pagina 8
"Blocco dei giocatori stranieri fino al 1971. Pasquale assumerà la guida della Nazionale", La Stampa, 17 settembre 1966, pagina 9

Italia-Israele, Messico 1970: la vera storia della telecronaca di Nicolò Carosio, che mai insultò il guardalinee etiope.

Clicca per leggere tutta la verita sulla gaffe, mai detta, di Mike Bongiorno al Rischiatutto.

Clicca per leggere quando sono nati i primi Tg1 e Tg2 a colori.

Clicca per ascoltare la sigla del cartone animato del 1976 "Il conte di Montecristo", per la prima volta dopo tanti anni.

Nessun commento: