sabato 18 marzo 2023

Quando la Rai trasmetteva diretta gol, nel 1976 e nel 1985, da Newsletter Rai del 17 marzo 2023

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La Newsletter Rai, curata da Valerio Iafrate, ha pubblicato nel numero del 17 marzo 2023 un nostro articolo sulle prime dirette gol televisive fatte dalla Rai, prima dell'arrivo delle pay tv, in particolare per «Dal primo al novantesimo minuto», una ripresa simultanea delle quattro partite del 24 febbraio 1976 in programma al Torneo di Viareggo, sulla falsariga delle celebre ed insostituibile «Tutto il calcio minuto per minuto», e di «Tuttocoppe minuto per minuto» in occasione delle semifinali di ritorno di coppe europee che vedevano in programma anche Bordeaux-Juventus per la Coppa dei Campioni e Real Madrid-Inter per la Coppa Uefa. Per qualche giorno vi sarà anche possibile scaricare alcune clip con i momenti più significativi della trasmissione. Questi i link della Newsletter Rai del 17 marzo 2023

Newsletter Rai del 17 marzo 2023
"Tutto il calcio" in Tv

Il Torneo di Viareggio è la manifestazione calcistica più importante a livello giovanile: tanti giocatori che poi hanno fatto una brillante carriera sono passati attraverso questa competizione. Ma nel 1976, più che di giovani calciatori, si parla di televisione. Già, perché martedì 24 febbraio, in occasione della giornata conclusiva della prima fase, sul Programma Nazionale alle 14.50 la Rai propone «Dal primo al novantesimo minuto», una ripresa simultanea delle quattro partite in programma sulla falsariga delle celebre ed insostituibile «Tutto il calcio minuto per minuto». I campi collegati sono Viareggio per Inter-Sampdoria (1-0), Massa per Kickers Offenbach (Germania Ovest)-Wisla Cracovia (Polonia) (2-0), Pisa per Lazio-Como (1-0) e Sesto Fiorentino per Dukla Praga (Cecoslovacchia)-Rangers Glasgow (Scozia) (3-0): telecronisti Nando Martellini, Bruno Pizzul, Giorgio Martino ed Ennio Vitanza coordinati televisivamente da Paolo Valenti e Remo Pascucci, inventori con Maurizio Barendson di «90° minuto», regista Mario Conti come riporta «La Gazzetta dello Sport» del 24 febbraio 1976 che specifica che la regia centrale è in funzione dallo stadio dei Pini di Viareggio dove si gioca Inter-Sampdoria. I giornali si domandano: visto che la Lega calcio ha chiesto e ottenuto un miliardo l’anno per un tempo di una partita di A, mezz’ora di una di B e per filmati di un minuto e mezzo l’uno sulle gare domenicali, quanto pretenderebbe per questa nuova formula televisiva? L’esperimento piace e viene giudicato tecnicamente riuscito, nonostante la pochezza dello spettacolo offerto dalle quattro partite perché i risultati non avevano alcuna importanza per la qualificazione: tutto era infatti già stato deciso nelle giornate precedenti.

“Si tratta di una novità di indubbio interesse - scrive «La Gazzetta dello Sport» - che unisce al pregio della simultaneità delle immagini, l’ausilio dei moderni mezzi della tecnica televisiva, cioè il replay che consente di rivedere un gol o un’azione importante verificatasi su un altro campo pochi minuti prima, o addirittura il rallenty per fissare determinate immagini decisive”.

Sulla possibilità di ripetere l’esperimento per il campionato, lo scetticismo però è totale: “E fin che si tratta di manifestazioni tipo Torneo di Viareggio, dove l’interesse passionale del pubblico è più che marginale, sta bene. Ben diverse risulterebbero pensabilmente le reazioni dei tifosi, se per ipotesi le telecamere interrompessero le immagini di una partita tipo Juventus-Inter in campionato per trasferirsi ad Ascoli o Perugia dove sta per essere eseguito un calcio di punizione dal limite. In quegli istanti, presumibilmente, la televisione sarebbe sommersa da migliaia di telefonate di protesta. Chiaro dunque che simili esperimenti sono adatti per tornei o competizioni tipo campionati del mondo, ma non per il campionato dove, ovviamente, non saranno mai proponibili”.

Il «Corriere della Sera», invece, immagina come potrebbe essere un «Tutto il calcio minuto per minuto televisivo»: “Starsene in poltrona comodamente, in mezzo a tutti gli stadi, a chi non piacerebbe? Chi non apprezza un’interruzione di Martellini per passare la linea a Vitanza che descrive un rigore che in quel momento sta per essere battuto? Tutto è indovinato, anche il “replay” che fa rivedere subito un’azione avvenuta nei minuti di non collegamento. Ecco, molto sta nell’abilità del regista, nel non spezzettare troppo la ripresa dal campo principale quando sugli altri campi non accade nulla di eccezionale. Ci domandiamo solo: ma perché illuderci? Accetterà mai la Lega una ripresa del genere in diretta? Dobbiamo aspettare il campionato del mondo per rivedere questo tipo di trasmissione? Speriamo di no, speriamo di poter approfondire l’argomento in occasione della prossima tornata di coppe: l’interesse sarebbe maggiore e l’esperimento acquisterebbe ancor maggiore validità”.

Negli archivi Rai purtroppo non risulta conservato niente di questo storico esperimento televisivo.

Questa prova, pensata per i Mondiali di Argentina e per il campionato, non ha avuto un seguito fino al 24 aprile 1985, quando la Rai, che da qualche anno deve affrontare la concorrenza delle Tv private che però non hanno ancora la possibilità di trasmettere in diretta su tutto il territorio italiano, decide di trasmettere "Tuttocoppe minuto per minuto" con la diretta delle semifinali di ritorno Bordeaux-Juventus per la Coppa dei Campioni, telecronista Nando Martellini, e Real Madrid-Inter di Coppa Uefa, telecronista Bruno Pizzul. Inoltre, interruzioni per i gol delle altre semifinali Panathinaikos-Liverpool, per la Coppa dei Campioni, e Zelejznicar Sarajevo-Videoton, per la Coppa Uefa, che interessano Juventus e Inter. In studio, a condurre la trasmissione, Giampiero Galeazzi, al coordinamento Sandro Petrucci, in redazione Claudio Icardi, Fabrizio Maffei, Ugo Trani, Jacopo Volpi, regia di Nazareno Balani e in segreteria Nila D’Alessio. L’esperimento, nel periodo in cui le due partite erano in contemporanea, secondo i dati ufficiali forniti dalla Rai venne seguito da 14 milioni e 200 mila spettatori, con oltre 19 milioni di contatti e uno share del 60,7%.

Sandro Petrucci racconta alla «Gazzetta dello Sport» perché tutto non ha funzionato a dovere nelle dirette dai due campi. Per la prima volta infatti è stato usato un nuovo fantascientifico banco di regia: “Dispone di un incredibile numero di pulsanti rispetto alla trentina di quelli vecchi e il bello è che ci è stato messo a disposizione appena un quarto d’ora prima. Non lo avevamo potuto provare neanche una volta e questo spiega alcune disfunzioni che non saranno sfuggite ai telespettatori più attenti. Per esempio: quando dovevamo allargare l’immagine su tutto il teleschermo, partivamo sempre dal basso, e questo perché non siamo riusciti a pescare il benedetto pulsante che la faceva allargare dall’alto. Eravamo così disposti; Galeazzi come punto d’unione fra i telecronisti Martellini da Bordeaux e Pizzul da Madrid; Maffei era agli ampex (ne avevamo ben tre), Icardi piazzato fisso su Panathinaikos-Liverpool e Trani su Zeljeznicar-Videoton”.

I due incroci più delicati, scrive Mario Pennacchia su «La Gazzetta dello Sport» del 26 aprile 1985, erano quelli tra Petrucci dietro le quinte e Galeazzi in studio e tra lo stesso Galeazzi e tra gli inviati Martellini e Pizzul. Il primo problema è stato ingegnosamente risolto con la trovata dei due riquadri delle partite mandati in onda simultaneamente: era quello infatti il segnale per Galeazzi di spostarsi da Bordeaux a Madrid. “All’inizio avevamo tutti una gran paura – racconta ancora Petrucci - ma io ero invece tranquillo perché nel “Sabato sport” avevamo già mandato in onda questo tipo di trasmissione e non davvero con tutti i mezzi messi stavolta a nostra disposizione. L’unica incertezza veniva dall’uso di strumenti nuovissimi e sconosciuti e questo giustifica in definitiva quello che non ha funzionato proprio alla perfezione. Comunque, il primo riscontro l’ho avuto nella tarda serata di mercoledì quando, dopo tutto quello stress, sono andato in un ristorante e qui mi è venuto incontro Giorgio Chinaglia per dirmi: ‘Avete fatto una trasmissione da favola, per un appassionato di calcio è stato fantastico, neanche in America avevo mai visto una cosa simile’”.

La serata calcistica della Rai proseguì poi sulla Rete 2 con una puntata speciale di “Eurogol”, la bellissima trasmissione ideata e condotta da Gianfranco De Laurentiis e Giorgio Martino che, nonostante la tarda ora per l’epoca (dalle 23.10 alle 0.33), ebbe un ascolto medio di 1,4 milioni di telespettatori, 5 milioni di contatti e il 32% di share, lo stesso del “Fatto” di Enzo Biagi.

Una Rai che dunque ha anticipato quella che è una realtà sulle pay tv che propongono con successo, e con mezzi tecnici più evoluti, la “Diretta gol” di campionato e coppe europee di calcio oggi improponibile sulle reti gratuite per gli alti costi raggiunti dai diritti televisivi.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
«Gazzetta dello Sport», Oggi l'esperimento su Tv su 4 campi, 24 febbraio 1976
«Gazzetta dello Sport», Riuscito l’esperimento Tv, 25 febbraio 1976
«Corriere della Sera», Calcio minuto per minuto in Tv un esperimento che è piaciuto, 25 febbraio 1976
«Gazzetta dello Sport», Così per la prima volta alla Tv «Tuttocoppe minuto per minuto», 24 aprile 1985
Mario Pennacchia, Il video minuto per minuto. Esperimento riuscito o no?, «La Gazzetta dello Sport», 26 aprile 1985
«Gazzetta dello Sport», Sono stati più di quattordici milioni i telespettatori delle partite di coppa di mercoledì di Juve e Inter, 26 aprile 1985
Massimo De Luca, Pino Frisoli, Sport in Tv, Rai Eri, Roma, 2010
Pino Frisoli, Tuttocoppe minuto per minuto: La Rai in Tv faceva così

CLIP "TUTTO COPPE MINUTO PER MINUTO" DEL 24 APRILE 1985
Inizio con studio e calcio d'inizio Bordeaux-Juventus https://we.tl/t-HTKORU0aJx
Passaggio da Bordeaux-Juventus a Panathinaikos-Liverpool https://we.tl/t-ultUuXYF5Y
Interruzione e gol 1-0 Bordeaux https://we.tl/t-LAemQ0kmkR
Fine primo tempo Bordeaux-Juventus https://we.tl/t-2aMtWtNWpV
Bordeaux-Juventus inizio secondo tempo e Real Madrid-Inter inizio primo tempo https://we.tl/t-Wv6eLdnKZB
Gol 2-0 Bordeaux-Juventus https://we.tl/t-6VRSYi9bkb
Rientro per Real Madrid-Inter dopo interruzione video https://we.tl/t-yjIq5fZrQI
Gol 2-0 Real Madrid e fine Bordeaux-Juventus https://we.tl/t-lwzFz0S9C0
Gol 3-0 Real Madrid https://we.tl/t-RoW9R7IGVz
Bordeaux-Juventus inizio secondo tempo e Real Madrid-Inter inizio primo tempo https://we.tl/t-Wv6eLdnKZB
Fine trasmissione https://we.tl/t-gF3ocZfYX4

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Storia della Tv a colori in Italia, 15 ottobre 2022
Newsletter Rai del 15 ottobre 2022
Tutti i colori della Rai (5)

Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link
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domenica 19 febbraio 2023

Il record del mondo di Sara Simeoni del 4 agosto 1978: come la Rai lo ha raccontato in Tv, da Newsletter Rai del 17 febbraio 2023

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La Newsletter Rai, curata da Valerio Iafrate, ha pubblicato nel numero del 17 febbraio 2023 un nostro articolo su come la Rai ha raccontato in televisione il record del mondo di Sara Simeoni nel salto in alto con 2.01 stabilito a Brescia al campo Morosini venerdì 4 agosto 1978. Finora infatti si era detto e scritto da più parti che l'unica ripresa televisiva del record del mondo di Sara Simeoni era di una Tv locale di Brescia, Telenord, ma dopo una attenta ricerca negli archivi Rai possiamo dimostrarvi che così non è e la Rai era presente per la documentazione video del meeting di atletica femminile Italia-Polonia e quindi anche di quello storico record del mondo. Per qualche giorno vi sarà anche possibile scaricare i video delle pagine sportive dei telegiornali Rai del 4 e 5 agosto 1978. L'articolo che leggerete sul blog contiene anche, in aggiunta a quello della Newsletter, la descrizione di come la notizia venne presentata nel Tg2 Studio Aperto del 5 agosto 1978 che non è stato possibile inserire nella Newsletter Rai. Questi i link della Newsletter Rai del 17 febbraio 2023

Newsletter Rai del 17 febbraio 2023
Il mondo di Sara

Il mondo di Sara

Il 4 agosto 1978 al campo Morosini di Brescia, alle 19.56, davanti a circa 6000 spettatori, Sara Simeoni saltava l'asticella posta a 2.01 e diventava la nuova primatista mondiale nel salto in alto femminile togliendo il primato alla grande rivale, la tedesca orientale Rosemarie Ackermann che era arrivata a 2 metri. Un grande risultato per l'atleta di Rivoli Veronese e per lo sport italiano.

Per anni si è detto e scritto che la Rai non era presente quel giorno a Brescia e che le uniche immagini del record del mondo di Sara Simeoni erano di una Tv locale, Telenord. Non è così, c'era anche la Rai e vi racconteremo come la Tv pubblica ha documentato questo storico evento. È stato necessario un attento e e appassionato lavoro di "scavo" negli archivi Rai per recuperare le cassette dei cosiddetti “emessi” – ovvero le copie di ciò che era effettivamente andato in onda – e che erano ancora nel vecchio formato bvu e dunque non utilizzabili nell'immediato, chiedendo di riversarle su Imx e digitalizzarle grazie al lavoro del tecnico Fabio Bissattini. Abbiamo così potuto finalmente visionare i telegiornali del 4 e 5 agosto 1978 e dimostrare che la Rai c'era e che le immagini della Tv pubblica sono state anche inviate in tutto il mondo attraverso il circuito dell'Eurovisione, fonte da cui è possibile anche oggi recuperare tanto materiale che si pensa di avere perso.

Ci siamo convinti ancora di più che la Rai c'era, prima di vedere i contenuti dei telegiornali Rai, guardando nel sito dell'Inamediapro, l'archivio storico della televisione francese al quale abbiamo il privilegio di avere accesso, il telegiornale della prima serata di TF1, primo canale francese all'epoca ancora pubblico, che si apriva proprio con il record del mondo di Sara Simeoni con le immagini del suo salto record proposte anche in replay con la presenza sullo schermo della R simbolo dei replay Rai proposti negli eventi sportivi.

Queste stesse immagini sono state proposte anche la domenica pomeriggio su Antenne 2, emittente visibile anche in molte parti d'Italia da metà degli anni '70, nel contenitore sportivo "Stade 2". Sono le stesse immagini presenti anche nel Tg2 Studio Aperto del 5 agosto 1978 in un servizio sul record del mondo di Sara Simeoni letto da uno speaker. Non c'erano però le indicazioni su chi aveva svolto le riprese e questo poteva fare pensare che le immagini fossero quelle dell'emittente bresciana che la Rai avrebbe potuto acquistare per documentare l'evento. Da queste certezze, i filmati della Tv francese e quello del Tg2 Studio Aperto, è partita la nostra caccia agli altri servizi dei telegiornali del 5 agosto 1978 che erano ancora conservate nei vecchi formati bvu, presenti ancora a centinaia negli archivi Rai per cui abbiamo ancora una quantità immensa di tesori da scoprire.

La notizia del record del mondo di Sara Simeoni viene data già nel Tg1 della notte (questo il link https://we.tl/t-P9ewltBmK1) e in Tg2 Stanotte del 4 agosto 1978, ma senza immagini, solo con telefoto (questo il link: https://we.tl/t-pNgd7L6BzN). Non rimaneva quindi che guardare i telegiornali del 5 agosto 1978 e finalmente abbiamo avuto la risposta alle nostre domande. Dalla bonifica dei bvu di questi due giorni è infatti arrivata la prova definitiva del fatto che la Rai era presente a Brescia quel 4 agosto 1978 e ha ben documentato e raccontato il record del mondo di Sara Simeoni, anche senza trasmissione in diretta o in differita, contrariamente a quanto è stato detto e scritto finora con la storia dell’assenza della Rai. Il primo telegiornale Rai a proporre le immagini del record di Sara Simeoni è il Tg2 Oretredici, condotto da Italo Gagliano, con un lungo e dettagliato commento da studio di Maurizio Vallone che commenta anche il tentativo fallito a 1.98 oltre a vari replay (qui il link al servizio: https://we.tl/t-X5hBjhU3so).

La ripresa Rai, ed è questa la prova definitiva, è stata di Antonio Leo e Sergio Mezzanzanica della sede di Milano. Nel Tg1 delle 13.30, condotto da Marcello Alessandri, c’è invece un servizio più breve di Achille Rinieri sul record ripreso sempre da Antonio Leo e Sergio Mezzanzanica e montato da Gianni Robustelli (lo trovate qui: https://we.tl/t-X5hBjhU3so). Anche Sportsera, condotto da Giovanni Garassino, dedica ampio spazio al record di Sara Simeoni con un servizio di Ennio Vitanza “Brescia: è Sara la più grande”, montato da Aurora Cosco e Pasquina Baldo, tutti della sede Rai di Milano, dove si racconta anche altre gare del meeting Italia-Polonia, finito 72-80 con i 100 metri vinti da Marisa Masullo, gli 800 da Gabriella Dorio e con i lanci del giavellotto di Fausta Quintavalla e Giuliana Amici (lo potete vedere qui: https://we.tl/t-kttdMlj9NJ).

Ampio spazio anche nel Tg1 delle 20 del 5 agosto 1978, già nei titoli dove c’è scritto “Sara Simeoni più in alto di tutte”, con il conduttore Massimo Valentini a commentare lo stesso filmato del record proposto nel Tg1 delle 13.30 seguito da una intervista di Adone Carapezzi a casa Simeoni a Rivoli Veronese, subito dopo il pranzo, alla mamma e a Sara, alla quale Carapezzi si rivolge con un “Senta signorina” (eccolo: https://we.tl/t-ys3h4Sn8OL) e un servizio sulla storia del record del mondo nel salto in alto femminile di Paolo Rosi, che in serata sarebbe stato impegnato negli studi Rai per la diretta del mondiale di pugilato dei pesi medi tra l’argentino Hugo Corro e lo statunitense Ronnie Harris da Buenos Aires.

Intorno alla stessa ora, nel Tg2 Studio Aperto condotto da Italo Moretti, va in onda un servizio letto da uno speaker sul record del mondo di Sara Simeoni nel quale il salto vincente viene proposto anche al replay con la famosa R utilizzata in quegli anni dalla Rai per riproporre una immagine, probabilmente la stessa sequenza inviata dalla Rai alle Tv di tutto il mondo attraverso il circuito dell'Eurovisione, identica a quella trasmessa dal telegiornale francese della prima serata di TF1 (questo il link: https://we.tl/t-54yefHRh3U).

Qualcuno di voi si domanderà perché allora per tutti questi anni si è detto e scritto che la Rai non c’era. La motivazione nasce probabilmente da un equivoco. Sabato 5 agosto 1978 a Venezia era in programma un meeting di atletica leggera maschile tra Italia, Polonia e Spagna che la Rai propose in diretta con la telecronaca di Gianfranco De Laurentiis. Per il meeting femminile del giorno prima a Brescia, tra Italia e Polonia, la Rai non aveva invece previsto una produzione televisiva in diretta o in differita, ma solo una copertura dell’evento con operatori Rai per i servizi da utilizzare nei telegiornali. Qualcuno ha interpretato l’assenza di una produzione televisiva come un disinteresse Rai per l’evento che avrebbe spinto la Tv pubblica a ignorare totalmente l’evento mentre, come avete visto, non è andata così. Restituiamo dunque, dopo quasi 45 anni, alla Rai quello che è della Rai e non solo della televisione locale di Brescia. Possiamo dire, a maggior ragione dopo questa scoperta, che l’archivio Rai, in particolare tra gli anni ’70 e i primi anni ’80, è un immenso tesoro che nasconde ancora tante sorprese.

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Storia della Tv a colori in Italia, 15 ottobre 2022
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Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link
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venerdì 10 febbraio 2023

Svizzera: la Champions League torna sulle Tv pubbliche per tre stagioni dal 2024/2025

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Clicca per acquistare su Amazon: Nando Martellini "Al limite del ricordare", a cura di Cesare Borrometi e Pino Frisoli, prefazione di Massimo De Luca. La vita e gli scritti del grande telecronista RAI a quarant’anni dall’indimenticabile finale di Spagna 1982 Italia-Germania Ovest. Un’antologia degli scritti più significativi del grande e mai dimenticato giornalista sportivo, curata dagli storici della Tv Cesare Borrometi e Pino Frisoli, arricchita da nuovi saggi sulla vita e l’opera di Nando Martellini e con la prefazione di Massimo De Luca: viaggio a bordo di un’ideale “macchina del tempo” e una sorta di “intervista impossibile”. Un omaggio al grande e indimenticabile telecronista della RAI..

Vi riportiamo il comunicato stampa della SSR, la Tv pubblica svizzera, dove si annuncia che la Champions League torna in chiaro, quindi anche sulla Tv della Svizzera italiana, per tre stagioni, oltre a un incontro per turno di Europa League e Conference League. Ecco il link al comunicato stampa della SSR
Dirette di incontri di Champions League sulle reti SSR dalla stagione 2024/25

Dalla stagione 2024/25, SRF, RTS e RSI trasmetteranno sia in televisione in chiaro sia sulle rispettive piattaforme online dirette di incontri delle competizioni europee per squadre di club di calcio maschile. Ciò sarà possibile grazie a una sublicenza acquisita da blue Sport nonché a un accordo con la UEFA per tre stagioni.

Buone notizie per le appassionate e gli appassionati di calcio di tutta la Svizzera: nelle stagioni 2024/25, 2025/26 e 2026/27, la finale di Champions League e un incontro per turno della competizione regina saranno nuovamente proposti in diretta da SRF, RTS e RSI, sia in televisione in chiaro sia sulle rispettive piattaforme online. Inoltre saranno trasmessi in diretta un incontro per turno dell'Europa League o della Conference League e le finali di entrambe le competizioni. La SSR ha acquisito i corrispondenti diritti tramite una sublicenza da parte di blue Sport nonché direttamente dalla UEFA.

Champions League: finale e un incontro per turno in diretta sulle reti SSR

I diritti di diffusione della Champions League sono stati nuovamente attribuiti a blue Sport, come nel periodo contrattuale in corso. Da parte sua la SSR ha ottenuto da blue Sport una sublicenza per le tre stagioni, che le permette di proporre in diretta sulle sue emittenti una partita per turno, per un totale di 17 incontri inclusa la finale. I diritti di diffusione di quest'ultima sono stati acquisiti grazie a un accordo diretto con la UEFA. Se una squadra svizzera raggiungerà la fase a eliminazione diretta, la SSR avrà diritto di trasmettere in diretta due partite supplementari (totale 19 incontri). Nel quadro dell'accordo, la SSR ha concesso a blue Sport la sublicenza per la diffusione della finale di Champions League in pay TV.

In programma anche dirette di UEFA Europa League e UEFA Europa Conference League

A partire dalla stagione 2024/25, sulle reti SSR saranno proposti incontri in tre orari di gioco anche di entrambe le altre competizioni europee per squadre di club, l'UEFA Europa League e l'UEFA Europa Conference League. Nel quadro della sublicenza concessa da blue Sport, SRF, RTS e RSI potranno trasmettere, sia in televisione in chiaro sia sulle rispettive piattaforme online, complessivamente 17 incontri della fase a gironi nonché le finali di entrambe le competizioni.

Dalla stagione 2024/25 la Champions League, il mercoledì sera, e l'Europa League o la Conference League, il giovedì sera, torneranno quindi a essere parte integrante dell'offerta di dirette della SSR. La sublicenza ottenuta consente inoltre alla SSR, sempre dalla stagione 2024/25, di continuare a proporre i momenti salienti di tutti gli incontri delle tre competizioni. Grazie a questi accordi, le tre principali competizioni europee per squadre di club, i migliori giocatori svizzeri e magari anche alcune squadre svizzere potranno essere seguiti in diretta televisiva in chiaro in tutte le regioni del Paese.

domenica 1 gennaio 2023

Storia del calciomercato: quando nel 1961 il Santos rifiutò mezzo milione di dollari per cedere Pelè alla Juventus

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Clicca per acquistare su Amazon: Nando Martellini "Al limite del ricordare", a cura di Cesare Borrometi e Pino Frisoli, prefazione di Massimo De Luca. La vita e gli scritti del grande telecronista RAI a quarant’anni dall’indimenticabile finale di Spagna 1982 Italia-Germania Ovest. Un’antologia degli scritti più significativi del grande e mai dimenticato giornalista sportivo, curata dagli storici della Tv Cesare Borrometi e Pino Frisoli, arricchita da nuovi saggi sulla vita e l’opera di Nando Martellini e con la prefazione di Massimo De Luca: viaggio a bordo di un’ideale “macchina del tempo” e una sorta di “intervista impossibile”. Un omaggio al grande e indimenticabile telecronista della RAI..

Il 15 aprile 1961, un sabato, il Corriere della sera pubblica a pagina 19, la sua unica pagina sportiva della giornata, un commento non firmato sul rifiuto da parte del presidente del Santos dell’offerta della Juventus di mezzo milione di dollari per l’acquisto di Pelè, circa trecento milioni di lire dell’epoca. Vi consigliamo di leggere con attenzione questo articolo e di commentarlo solo dopo l’ultima riga, non prima. C’è un linguaggio che oggi sarebbe naturalmente inaccettabile, anche se si scrive che “il razzismo non c’entra”, però fa un certo effetto leggere che “un calciatore negro in mezzo a ventuno giocatori bianchi, creerebbe una stonatura di colore, darebbe in un certo senso fastidio al pubblico sotto l’aspetto estetico, o almeno lo renderebbe perplesso”. A proposito di calciomercato, nella stessa pagina c’è anche un articolo sul probabile acquisto da parte del Milan di Almir, definito il “Pelè bianco”, in forza agli argentini del Boca Juniors allenati di Vicente Italo Feola, commissario tecnico del Brasile campione del mondo nel 1958, che voleva fare una squadra “tutto Brasile”. Almir doveva inizialmente andare alla Fiorentina, che aveva sottoscritto una opzione con il Corinthians di San Paolo nel caso in cui in Italia fosse stato tolto il “veto Andreotti” all’importazione dei calciatori stranieri e non solo degli oriundi. Alla fine Almir passò al Boca Juniors e pochi giorni dopo il Brasile, con il “veto Quadros”, bloccò l’esportazione dei migliori giocatori all’estero per cui l’attaccante paulista divenne un pezzo pregiato del mercato essendo già fuori dai confini nazionali. Ad Almir si sarebbe interessata anche l’Inter, proponendo uno scambio con Antonio Valentin Angelillo, in rotta con Helenio Herrera, che dunque sarebbe tornato in patria. In Italia Almir arrivò nel 1962, acquistato dalla Fiorentina, che lo cedette subito al Genoa dove giocò solo due partite in Serie A per tornare in Brasile a fine stagione proprio nel Santos di Pelè, mentre Angelillo rimase in Italia passando alla Roma. Quanto al Milan, nella stagione 1961/62 arrivò come straniero l’inglese Jimmy Greaves che lasciò subito la formazione rossonera, nonostante gli 8 gol in 10 partite ma difficilmente gestibile fuori dal campo, venendo sostituito nel mercato autunnale dal brasiliano Dino Sani. A fine stagione il Milan vinse il suo ottavo Scudetto con cinque punti di vantaggio sull’Inter.

COSTANO TROPPO QUESTI CALCIATORI
Da San Paolo del Brasile ci arriva una notizia che può far sorridere, ma che può anche indurre a qualche riflessione amara. Il Presidente della Società calcistica Santos annuncia che la sua società ha respinto l’offerta di mezzo milione di dollari da parte della Juventus per il passaggio alla Società torinese del giocatore del Santos, Pelè. Evidentemente mezzo milione di dollari non bastava. Non possiamo giurare naturalmente sull’autenticità di questa notizia soprattutto non possiamo dimostrare che è vera, il che significa che all’occorrenza essa potrebbe sempre essere comodamente smentita dagli stessi interessati. Siccome però fino a prova contraria dobbiamo crederci, ci si permetta di fare qualche osservazione in proposito. Prima però precisiamo che mezzo milione di dollari, il conto non è difficile, sono più di trecento milioni di lire. Cominciamo col dire che qui il razzismo non c’entra, che anzi nel giudicare il valore d’un uomo noi non guardiamo affatto al colore della sua pelle. Pelè, anche se è un negro, è un uomo come gli altri e noi abbiamo visto spesso le folle impazzire di entusiasmo per dei negri, come cantanti, ballerini, pugilatori, cestisti, atleti. Nel calcio però ci sia permesso dirlo, un calciatore negro in mezzo a ventuno giocatori bianchi, creerebbe una stonatura di colore, darebbe in un certo senso fastidio al pubblico sotto l’aspetto estetico, o almeno lo renderebbe perplesso. Ma poi soprattutto la faccia di Pelè sarebbe lì a mostrare in ogni momento al pubblico italiano che egli è soltanto uno straniero che qui gioca unicamente per i trecento e più milioni che è stato pagato. «E non è lo stesso - direte voi - per i vari svedesi o inglesi o danesi che ci sono nel campionato nostro? E gli “oriundi” sono forse qui per un improvviso risveglio di italianità o per i milioni che hanno incassati?» Sappiamo benissimo che il mondo calcistico è mosso più dal denaro che dal sentimento ma i sentimentali ci sono naturalmente e sono coloro che alla domenica vanno a veder le partite facendo magari qualche piccolo sacrificio. Orbene quelli degli spalti, presi dal loro tifo dimenticano che nella propria squadra ci sono degli stranieri, ci sono insomma giocatori venuti da altre Nazioni o da altre parti nel mondo. Abbiamo l’impressione invece che con un giocatore negro sarebbe più difficile dimenticare. Diciamo questo pur avendo una grandissima stima per l’asso Pelè che ammirammo ai campionati del mondo in Svezia e che con la sua arte calcistica contribuì in notevole misura a far vincere finalmente al Brasile quel sospiratissimo campionato del mondo che otto anni prima nel grande Stadio di Rio era stato perso per uno dei più memorabili colpi di scena della storia calcistica. Il nostro fine però non è quello di dimostrare che Pelè, cioè un giocatore della sua razza non è adatto per fare il campionato italiano, ma di far capire che Pelè costa troppo. Non perché lo reputiamo uno dei migliori calciatori del mondo, e forse anche il migliore in senso assoluto, ma perché oltre trecento milioni per un giocatore di calcio sono una spesa eccessiva che fa venire malinconia a troppa gente. Noi abbiamo sempre polemizzato con chi sostiene che un calciatore non deve guadagnare più d’un professore d’Università. Qui, abbiamo sempre sostenuto, non c’entrano i valori morali, qui c’entra la capacità di richiamare pubblico, cioè il valore del proprio contributo allo spettacolo per il quale la gente paga. Ma trecento milioni lo ripetiamo sono troppi, e a un certo momento potrebbero anche determinare una reazione da parte del pubblico, quasi una ribellione. Senza contare che un atleta quando riesce a realizzare così favolosi guadagni perde fatalmente un po’ di quella “purezza” che è alla radice della sua bravura. Bisognerebbe insomma fermare un po’ questa pazza corsa alle cifre sempre più mirabolanti per l’acquisto d’un calciatore. Ma chi la ferma?


BIBLIOGRAFIA
Costano troppo questi calciatori, Corriere della sera, 15 aprile 1961
Almir, il «Pelè bianco», probabile acquisto del Milan. L'attaccante del Boca Juniors è stato richiesto anche dall'Inter per uno scambio con Angelillo, Corriere della sera, 15 aprile 1961