domenica 30 ottobre 2022

Storia Tv a colori in Italia, puntata 5, pubblicata nella Newsletter Rai del 15 ottobre 2022

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Prosegue il nostro racconto della storia della Tv a colori in Italia pubblicato dalla Newsletter Rai, curata da Valerio Iafrate. Dopo la prima puntata, pubblicata nel numero del 17 settembre 2022
Newsletter Rai del 17 settembre 2022
Tutti i colori della Rai
la seconda puntata, pubblicata nel numero del 24 settembre 2022
Newsletter Rai del 24 settembre 2022
Tutti i colori della Rai (2)
la terza, pubblicata nel numero dell'1 ottobre 2022
Newsletter Rai dell'1 ottobre 2022
Tutti i colori della Rai (3)
la quarta puntata, pubblicata nel numero dell'8 ottobre 2022
Newsletter Rai dell'8 ottobre 2022
Tutti i colori della Rai (4)
ecco la quinta e conclusiva puntata, dalla programmazione sperimentale in Pal dall'agosto 1976 fino al 1980, ultimo anno in cui la Rai ha prodotto ancora eventi in bianco e nero e nell'articolo trovate alcuni esempi, in particolare per lo sport. Dal 1981 infatti la produzione Rai diventa tutta a colori, anche per adeguarsi alla concorrenza delle Tv private. Newsletter Rai del 15 ottobre 2022
Tutti i colori della Rai (5)
Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link https://www.amazon.it/limite-del-ricordare-Nando-Martellini/dp/8885723799

STORIA DELLA TV A COLORI IN ITALIA, PUNTATA 5

La Tv a colori (5)
Finalmente, il 5 luglio 1976, la Rai nel presentare la programmazione televisiva e radiofonica per le Olimpiadi di Montreal annuncia che le trasmissioni, dal 17 luglio al 1° agosto, saranno tutte a colori in Pal, ma ancora in via sperimentale, visto che l’inizio ufficiale è fissato per l’8 agosto, come prevedono la legge di riforma della Rai-Tv e la convenzione fra la stessa Rai-Tv e lo Stato.

Complessivamente sono previste 137 ore di teletrasmissioni per un totale giornaliero di oltre nove ore con collegamenti fino alle 2.00 di notte e anche oltre, allo scopo di contrastare la concorrenza delle Tv straniere.

Novità assoluta sarà l’alternarsi sulle due reti delle trasmissioni. In pratica, lo stesso staff di giornalisti e tecnici trasmetterà i servizi sulla Rete 1 il martedì, mercoledì, giovedì e venerdì e sulla Rete 2 il sabato, la domenica e il lunedì.

Alle 21 di sabato 17 luglio è il volto di Maria Giovanna Elmi ad annunciare, in bianco e nero a differenza di quanto accadde in occasione delle Olimpiadi del 1972, la trasmissione a colori della cerimonia d’apertura da Montreal.

Il 1° agosto, però, dopo la trasmissione della cerimonia di chiusura, la Tv a colori ha un nuovo stop. Solo nella mattina di sabato 7 agosto, infatti, il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, con una comunicazione ufficiale al direttore generale della Rai-Tv, permette la ripresa di “esperimenti provvisori” di Tv a colori, con la raccomandazione che in questo periodo sperimentale, che continuerà sino a quando il Cipe deciderà la data d’avvio ufficiale, le trasmissioni siano limitate a programmi culturali, giornalistici e educativi.

Nella stessa mattinata dalla direzione generale l’informazione viene diramata ai direttori delle reti e dei telegiornali, della direzione tecnica delle sedi e di tutti gli altri uffici interessati alla ripresa degli esperimenti. Dei vari settori, il più pronto a prendere la palla al balzo è il direttore della Rete 2, Massimo Fichera, che manda in onda a colori, da Wimbledon, la telecronaca diretta della terza giornata dell’incontro di tennis Gran Bretagna-Italia per la Coppa Davis. Un trionfo per Panatta e compagni, lanciati verso la conquista dell’Insalatiera a fine anno.

Dopo una serie di riunioni viene stilato un primo elenco di programmi da mettere in onda nei giorni successivi. Secondo le direttive del Ministero, le trasmissioni a colori, per questo periodo sperimentale, dovrebbero essere in media quattro a settimana, due per ciascuna rete. Riguardo allo sport, sempre in considerazione delle limitazioni imposte dal Ministero delle Poste, c’è l’orientamento ad escludere dal colore il calcio, in considerazione dell’enorme richiamo spettacolare che le telecronache a colori di incontri di calcio potrebbero avere.

Per il mese di agosto, per lo sport, sono previsti il Gran Premio d’Austria di Formula 1, il 15 sulla Rete 2, curiosamente senza il rosso della Ferrari, assente dalla corsa in seguito all’incidente che ha coinvolto Niki Lauda nel Gran Premio di Germania, mentre il 28 sulla Rete 1 va in onda il Giro ciclistico del Lazio.

A settembre vanno a colori i Mondiali di ciclismo professionistico da Ostuni, domenica 5, il Gran Premio d’Italia di Formula 1 da Monza, il 12, che segna il ritorno alle corse di Lauda, e, per il tennis, il 25, il 26 e il 27 la seconda e la terza giornata, conclusa al lunedì, della semifinale di Coppa Davis Italia-Australia, dal Foro Italico di Roma. Di calcio non se ne parla, tanto che mercoledì 22, con la Nazionale impegnata a Copenaghen in amichevole contro la Danimarca, la scelta cade sulla finale di «Giochi senza frontiere» da Blackpool (Inghilterra). In occasione di eventi notturni come l’incontro di pugilato Clay-Norton (notte tra 28 e 29 settembre) e il Gran Premio del Giappone di Formula 1 (24 ottobre), c’è la diretta a colori e la replica al pomeriggio in bianco e nero.

Per vedere il calcio a colori bisogna aspettare mercoledì 17 novembre, quando allo stadio Olimpico di Roma si gioca Italia-Inghilterra, valida per le qualificazioni ai Mondiali di calcio di Argentina del 1978. Gli italiani però non la vedranno in diretta perché si gioca a metà settimana alle 14.30 e con la motivazione di combattere il fenomeno dell’assenteismo sul lavoro viene trasmessa solo in differita integrale alle 18.15 e in sintesi alle 21.40 in “Mercoledì sport”.

Finalmente, martedì 1° febbraio 1977 anche la Rai inizia ufficialmente le sue trasmissioni a colori e tornano anche gli annunci “colorati”: i primi sono, nel tardo pomeriggio, di Nicoletta Orsomando sulla Rete 1 e di Rosanna Vaudetti, la prima annunciatrice Rai a colori in occasione dell’apertura delle Olimpiadi di Monaco del 1972, sulla Rete 2.

Bisogna comunque rispettare un tetto massimo di 42 ore settimanali di programmazione a colori, corrispondenti a sei ore giornaliere equamente divise tra le due reti. Gli utenti che vedono la Tv a colori devono pagare un canone annuale di 48.650 lire, mentre quello per la Tv in bianco e nero è di 24.645 lire.

Il 2 febbraio 1977 alle 21.30 sulla Rete 2 ecco il primo film trasmesso a colori dalla Rai, “Il compromesso”, film statunitense diretto da Elia Kazan con Kirk Douglas, Faye Dunaway, Deborah Kerr e Richard Boone.

Domenica 6 febbraio tocca finalmente al campionato di calcio e la gara prescelta è Genoa-Torino, valida per la quindicesima giornata. I granata sono campioni d’Italia e primi in classifica, i rossoblù viaggiano in settima posizione: la sfida di Marassi vince il ballottaggio con Fiorentina-Napoli, ma l’ufficializzazione arriva solo poco prima delle 19, orario di trasmissione della partita. Già da sabato sembra comunque sicuro che sarà questa la partita trasmessa.

Maurizio Barendson, responsabile dello sport per il Tg2, anticipa così la novità alla “Gazzetta dello Sport”: “Senza tenere conto del fatto tecnico si tratta di una decisione particolarmente indovinata, infatti il Genoa è la squadra con la maglia più adatta per una trasmissione a colori, con quei grossi rettangoli rossi e blu. Renderà molto bene, sullo sfondo verde del campo, anche il bianco-nero della Juventus, mentre Inter e Milan dovranno allargare le loro strisce verticali, attualmente troppo sottili”.

La partita finisce 1-1 grazie ai gol di Arcoleo e Pulici, e Roberto Pruzzo, uno dei protagonisti dell’incontro, commenta così questa novità: “Qualcosa di più bello che un film. Anche se la partita la conosci già perché l’hai giocata, aspetti sempre di trovare una sorpresa. In bianco e nero non è così. Credo che il calcio possa avere soltanto dei vantaggi. A me dispiace solo una cosa: che la prima partita teletrasmessa a colori in Italia abbia fatto vedere al pubblico un Pruzzo giù di corda. Ancora un paio di domeniche fa, magari avrei fatto un figurone”.

Per vedere a colori i telegiornali, ma solo per l’edizione delle 20 per il Tg1, condotto da Emilio Fede che farà notare la novità in apertura di trasmissione, e Studio Aperto alle 19.45 per il Tg2 con Mario Pastore che invece non dirà nulla, si dovrà aspettare fino a lunedì 28 febbraio. In questa settimana diventano a colori anche “Sportsera” e, da domenica 6 marzo, “90° minuto”, “Domenica sprint” e “La Domenica Sportiva” e anche gli italiani possono vedere a colori la serata finale del Festival di Sanremo, sabato 5 marzo, che la Rai produceva a colori dal 1973 per l’Eurovisione. Si dovrà aspettare giugno per il colore nelle edizioni notturne dei telegiornali e settembre per quelle delle 13 e delle 13.30.

Mercoledì 9 febbraio c’è la prima diretta a colori di una partita di calcio: è Italia-Lussemburgo Under 21, da Como, alle 15 sulla Rete 2, con la telecronaca di Bruno Pizzul. In serata, sempre a colori, sulla Rete 1 c’è la diretta del secondo tempo dell’amichevole Inghilterra-Olanda. Non mancano comunque gli inconvenienti legati allo sforamento del tetto delle 42 ore di colore. Il 20 febbraio la sintesi di Lazio-Fiorentina va in onda in bianco e nero proprio per questo motivo e i dirigenti della Rai devono intervenire per far sapere che dalla domenica successiva la sintesi di serie A tornerà regolarmente a colori. Mercoledì 2 marzo, con il ritorno delle coppe europee, per gli appassionati di calcio è un giorno di festa. Le squadre italiane rimaste in corsa giocano in trasferta e la Rai ne approfitta come forse non era mai accaduto prima. Questa volta è tutto a colori e chi rimane davanti al televisore probabilmente ricorda con sorrisi ironici l’impegno con cui il Governo aveva impedito a novembre la teletrasmissione in diretta di Italia-Inghilterra per non turbare il ritmo lavorativo degli italiani. Si comincia con il Napoli, impegnato alle 15 in Polonia contro lo Slask Wroclaw per la Coppa delle Coppe (diretta, Rete 2) poi alle 21.40 Magdeburgo-Juventus per la Coppa Uefa (differita sulla Rete 1). È invece ancora in bianco e nero la produzione televisiva del Giro d’Italia, che solo dal 1978 sarà a colori.

Con l’inizio della nuova stagione televisiva, a ottobre, partono a colori “Domenica in…”, condotta da Corrado, e “Secondo voi”, la trasmissione abbinata alla Lotteria Italia condotta da Pippo Baudo che si prenderà la soddisfazione di precedere Mike Bongiorno, che nel 1975 era “emigrato” alla Tv della Svizzera italiana per condurre la sua prima trasmissione a colori, “Personaggi in fiera”, con il colore in Rai. Solo giovedì 5 gennaio 1978 infatti va in onda, dagli studi della Fiera di Milano, la prima puntata a colori del suo quiz “Scommettiamo?”, nello stesso giorno in cui per la prima volta la Rai trasmette anche la pubblicità a colori.

A distanza di 24 ore, dagli stessi studi, c’è anche la prima puntata a colori di “Portobello”, la storica trasmissione condotta da Enzo Tortora. Non mancano gli inconvenienti in questa fase di passaggio dal bianco e nero al colore come quello del 9 ottobre 1977 quando a “Domenica in…” viene annunciato a colori, così come era stato girato, un episodio del telefilm “Sceriffo a New York” che invece va in onda ancora in bianco e nero e al rientro in studio Corrado fa notare che non era un problema dei televisori a casa ma che l’emissione era stata proprio in bianco e nero con scuse di Rosanna Vaudetti per l’inconveniente tecnico. Probabilmente nei magazzini Rai non avevano ancora provveduto a sostituire tutti i vecchi nastri in bianco e nero con quelli a colori delle produzioni estere.

È dunque nel 1978 che la vendita dei televisori a colori si diffonde in tutta Italia, favorita anche dal Mondiale di calcio di Argentina. Nel 1979 la maggioranza delle trasmissioni Rai va in onda a colori, ma per una piena introduzione del colore bisognerà aspettare fino al 1980, quando ancora alcune produzioni sono in bianco e nero, come la sintesi di una partita di Serie B la domenica pomeriggio e il 27 gennaio anche il secondo tempo di Catanzaro-Ascoli, per la 18a giornata di Serie A, e addirittura una partita della Nazionale di calcio, anche se non ufficiale, contro l'Ungheria B l'1 giugno 1980 a Como prima dell'inizio degli Europei, che si giocavano proprio in Italia, viene prodotta in bianco e nero dalla Rai a causa dell'impianto di illuminazione dello stadio non ancora adatto per la trasmissione a colori.

A partire dalla stagione 1980/81, inizio della concorrenza televisiva nazionale e non più solo locale, è a colori tutta la produzione Rai.

Negli anni arriveranno novità come l’HD e il 4K, ma quello del passaggio dal bianco e nero al colore rimane il passaggio tecnologico più importante nella storia della televisione.

sabato 29 ottobre 2022

Storia Tv a colori in Italia, puntata 4, raccontata nella Newsletter Rai dell'8 ottobre 2022

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Prosegue il nostro racconto della storia della Tv a colori in Italia pubblicato dalla Newsletter Rai, curata da Valerio Iafrate. Dopo la prima puntata, pubblicata nel numero del 17 settembre 2022
Newsletter Rai del 17 settembre 2022
Tutti i colori della Rai
la seconda puntata, pubblicata nel numero del 24 settembre 2022
Newsletter Rai del 24 settembre 2022
Tutti i colori della Rai (2)
ecco la terza, pubblicata nel numero dell'1 ottobre 2022
Newsletter Rai dell'1 ottobre 2022
Tutti i colori della Rai (3)
ecco la quarta puntata, dal 1972 al 17 luglio 1976, inaugurazione delle Olimpiadi di Montreal e ripresa delle trasmissioni a colori Rai, in Pal, precedute dalle Prove tecniche di trasmissione partite il 14 luglio 1975 Newsletter Rai dell'8 ottobre 2022
Tutti i colori della Rai (4)
Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link https://www.amazon.it/limite-del-ricordare-Nando-Martellini/dp/8885723799

STORIA DELLA TV A COLORI IN ITALIA, PUNTATA 4

La Tv a colori (4)
La Rai, finite le Olimpiadi di Monaco, è dunque costretta a rinunciare alle trasmissioni a colori, anche sperimentale, e a trasmettere solo in bianco e nero.

I giornali continuano a ipotizzare possibili date per la ripresa delle trasmissioni a colori, ma tutto resta fermo e anche i Mondiali di calcio del 1974 in Germania Ovest sono trasmessi in bianco e nero. La Rai però li registra a colori in bassa frequenza così come altri grandi eventi, sportivi e non, continuando comunque a produrre a colori per l’Europa e per il mondo.

Ricordiamo tra questi le puntate italiane di “Giochi senza frontiere”, con l’Italia unico dei paesi partecipanti a trasmetterli ancora in bianco e nero, i programmi partecipanti al concorso della Rosa d’oro di Montreux, tra questi “Serata d’onore” del 1971 con Alighiero Noschese e “Fatti e fattacci”, con Gigi Proietti, che vince nel 1975, ma ci sono anche “Dove sta Zazà” e “Formula due” del 1973 e “Mazzabubù” del 1975, tutti varietà del sabato sera della prima rete Rai, la serata finale del Festival di Sanremo a partire dal 1973; per lo sport, molte partite casalinghe della Nazionale italiana e delle coppe europee di calcio, le gare di Coppa del Mondo di sci, tra queste le finali del 1975 in Val Gardena che si conclusero con la celebre finale dello slalom parallelo tra Thoeni e Stenmark che fermò l’Italia nel mattino di domenica 23 marzo 1975 e il Gran Premio d’Italia del 1975 che vide la Ferrari di Niki Lauda conquistare il Mondiale piloti dopo 11 anni. Due grandi eventi sportivi che purtroppo non risultano conservati negli archivi Rai.

Per la prima produzione Rai a colori di ciclismo su strada, invece, dopo che nel 1971 erano stati prodotti a colori i Mondiali di ciclismo su pista a Varese, si dovrà invece attendere fino al Giro di Lombardia dell’11 ottobre 1975 con tanto di comunicato stampa Rai per annunciare la prima diretta a colori per l’Europa tranne che per l’Italia.

Solo il 4 aprile 1975, dopo lunghe discussioni, il Consiglio Superiore delle Telecomunicazioni sceglie il Pal ritenuto quasi unanimemente dai tecnici come il sistema migliore per la televisione a colori, preferendolo al francese Secam e all'italiano Isa. Una decisione che arriva con un decennio di ritardo dopo che la Rai aveva già scelto il Pal per le produzioni televisive per l'estero. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) avrebbe poi deciso sui tempi di adozione del sistema fissati, nel migliore dei casi, per fine anno.

La Rai nel 1975 è già pronta per la Tv a colori, in archivio risultano conservate circa 5000 ore di programmi a colori tra sceneggiati, telefilm, programmi culturali e varietà, molti dei quali già trasmessi in bianco e nero. Potrebbe in pratica cominciare le trasmissioni da un giorno all'altro. Tutto è predisposto, dalle telecamere agli studi e sono anche state fatte delle selezioni tra le annunciatrici per scegliere quelle più adatte al colore.

La Rai vorrebbe però iniziare i programmi a colori sia sul primo sia sul secondo per non creare squilibri tra le due reti in sede di programmazione. Dal punto di vista tecnico mentre il secondo canale, realizzato in tempi più recenti, è già in grado di far passare un buon segnale a colori per il 75% degli utenti e un segnale discreto per il resto, le attrezzature del primo canale creano maggiori problemi di rinnovamento e di relativi investimenti per consentire alla maggior parte dell'utenza una buona ricezione. Per i tecnici il graduale potenziamento delle trasmissioni a colori imporrà alla Rai nuovi investimenti sia per la parte tecnica (rete, ripetitori, studi, impianti di ripresa) sia per il personale che dovrà essere adeguatamente potenziato. Una spesa che la Rai deve comunque affrontare visto che ormai è tra i pochi paesi in Europa a trasmettere ancora in bianco e nero e l'unica tra quelli del Mercato Comune Europeo.

Inoltre, già da qualche anno, in quasi tutto il nord e centro Italia, circa 13 milioni di italiani sono in grado di ricevere i programmi a colori in lingua italiana della Svizzera e di Capodistria e altri sei quelli in Secam di Telemontecarlo, da poco partita con la programmazione in italiano, e di Antenne 2, secondo canale francese. Probabilmente, se affrontata subito, la spesa per adeguarsi al colore sarebbe stata inferiore e la Rai sarebbe stata al passo con i grandi paesi europei come Germania Ovest, Gran Bretagna e Francia, i cui enti televisivi, al pari della Rai, sono considerati dall'Eurovisione i più importanti.

Nel 1975, infatti, oltre alla Rai, in Europa solo Portogallo, Albania, Grecia, Romania e Turchia non sono ancora passate al colore. Siamo dunque passati dalle posizioni di testa a quelle di coda grazie alle posizioni di molti politici ostili alla Tv a colori e che, se avessero potuto, ne avrebbero ritardato ulteriormente l'arrivo.

Il 14 luglio 1975, un lunedì, la Rai manda in onda per la prima volta le prove tecniche di trasmissione a colori in Pal. Dalle 8.30 alle 10.30 e dalle 14.30 alle 15.30, dal lunedì al venerdì, gli italiani che possiedono un televisore a colori Pal possono vedere sui propri teleschermi, sintonizzati sul secondo canale, delle diapositive colorate trasmesse dalla Rai. Le diapositive servono alla messa a punto degli apparecchi riceventi, consentendo ai tecnici una perfetta installazione e la regolazione del colore. Tutto questo avviene senza alcuna pubblicità da parte della Rai, come se fosse qualcosa da nascondere e non un momento storico per la televisione italiana. Si comincia dunque a mettere in pratica la decisione presa dal Consiglio superiore delle Telecomunicazioni, anche se i programmi sperimentali avranno luogo solo il 17 luglio 1976, in occasione della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Montreal, per arrivare all'inizio ufficiale dell'1 febbraio 1977.

venerdì 28 ottobre 2022

Storia Tv a colori in Italia, puntata 3, raccontata nella Newsletter Rai dell'1 ottobre 2022

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Prosegue il nostro racconto della storia della Tv a colori in Italia pubblicato dalla Newsletter Rai, curata da Valerio Iafrate. Dopo la prima puntata, pubblicata nel numero del 17 settembre 2022
Newsletter Rai del 17 settembre 2022
Tutti i colori della Rai
e la seconda puntata, pubblicata nel numero del 24 settembre 2022
Newsletter Rai del 24 settembre 2022
Tutti i colori della Rai (2)
ecco la terza puntata, pubblicata nel numero dell'1 ottobre 2022, dai Mondiali di calcio del Messico del 1970 alle Olimpiadi di Monaco del 1972 con l'inizio della programmazione sperimentale Rai a colori con l'alternanza tra Pal e Secam sul Secondo Programma.
Newsletter Rai dell'1 ottobre 2022
Tutti i colori della Rai (3)
Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link https://www.amazon.it/limite-del-ricordare-Nando-Martellini/dp/8885723799

STORIA DELLA TV A COLORI IN ITALIA, PUNTATA 3

Tutti i colori della Rai (3)
Con la partita Messico-Urss, match passato alla storia per l’introduzione del cartellino giallo, il 31 maggio 1970, prendono il via i Mondiali di calcio che si disputano in Messico.

Per la prima volta è possibile vedere a colori in televisione una grande manifestazione calcistica, ma non in Italia, dove i politici continuano a rimandare la decisione sull’introduzione del colore. Chi ha la possibilità può comunque seguire i Mondiali a colori sulla Tv Svizzera Italiana.

Dopo tanta attesa, quasi a sorpresa, sabato 12 agosto 1972 invece, il Ministero delle Poste e la Rai annunciano che dal 26 agosto, in occasione dell’apertura dei Giochi olimpici di Monaco, cominceranno in fase sperimentale, e solo per alcune zone, le trasmissioni a colori, in parte con il sistema Pal e in parte con il sistema Secam. Le industrie televisive, che aspettavano da tempo questo momento, sono pronte ad immettere sul mercato 300.000 apparecchi a colori in dieci giorni e un milione e mezzo entro la primavera del 1974.

Scatta così la corsa al Tv color, che ha un costo intorno alle 400, 450 mila lire. Inizialmente la programmazione sembra riguardare solo alcune zone, in particolare al Nord, dove già da quattro anni sul Secondo Programma, dalle 8.30 alle 10.30 e dalle 14.30 alle 15.30, viene mandato in onda un “segnale colore”, di solito costituito da immagini di fiori e paesaggi e da brevi documentari, per mettere a punto gli impianti tecnici. Nel giro di pochi giorni, i ripetitori del Secondo Canale vengono messi in condizione di emettere il segnale a colori in tutta Italia, in modo da permettere al maggior numero di utenti la possibilità di usufruire della novità.

Bisogna però dire che i televisori in vendita sono tutti con il sistema Pal: infatti, già nel 1966 i tecnici della Rai avevano scelto questo sistema per le trasmissioni televisive, a favore del quale si era pronunciata anche l’Anie, l’associazione che riunisce i fabbricanti italiani di televisori, e i programmi della Tv della Svizzera italiana e di Capodistria a colori erano in Pal.

In pratica, a vedere con il Secam saranno solo i tecnici delle sedi Rai, perché in Italia quel genere di televisori non è in vendita. Ma qui entra in gioco la politica: la Francia sta infatti facendo pressioni sull’Italia affinché scelga il Secam.

Intanto, in Rai fervono i preparativi per questo storico avvenimento che inizialmente prevede anche, alle 21, un telegiornale a colori.

In realtà però un involontario anticipo di Tv a colori in Rai c'era stato pochi giorni prima della trasmissione dell'inaugurazione dell'Olimpiade di Monaco: sabato 19 agosto 1972, in occasione del match di pugilato Monzon-Bogs, in diretta da Copenaghen, i telespettatori italiani in possesso di un Tv color Pal poterono infatti vedere i primi dieci minuti di trasmissione a colori: poi, all’“errore” viene posto rimedio e tutto torna come prima.

È successo, spiega un comunicato Rai, che non ha funzionato l’apparecchio detto “color-killer”, il dispositivo che elimina il colore dai programmi a colori provenienti dall’estero e trasmessi in bianco e nero dalla Tv italiana. Si è trattato solo di un piccolo anticipo imprevisto e nulla più.

Il 26 agosto 1972, un sabato, è invece una data storica per la televisione italiana. Alle 15.50, Rosanna Vaudetti, con la regia di Piero Turchetti, famoso anche per il “Rischiatutto”, compare in video a colori per annunciare la trasmissione sperimentale con sistema Pal della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Monaco. Il programma prosegue fino alle 18.20.

La programmazione è in contemporanea con il Programma Nazionale, che va in bianco e nero.

In serata, in Secam, dopo una sintesi della cerimonia di inaugurazione, dalle 22.40 alle 23.10 viene proposto un servizio speciale del telegiornale dal titolo “Monaco ‘72”.

La domenica, presentato dall’annunciatrice altoatesina Gertrud Mair, il Secam è nel pomeriggio e il Pal in serata. L'alternanza tra i due sistemi colore prosegue per tutta la durata dell’Olimpiade. L'Italia è già in ritardo con l'introduzione della Tv a colori e sembra finalmente arrivata l'ora di adeguarsi alla maggioranza degli altri paesi europei. La novità del colore è accolta con entusiasmo dal pubblico. Sembra di essere tornati ai tempi di “Lascia o raddoppia”, soprattutto al nord.

A Milano, in Galleria, vengono installati dei televisori a colori dove la gente si raduna curiosa, così come nelle vetrine dei negozi e nei bar. Chi non può permettersi l’acquisto può giocarsi la carta del noleggio: con 50.000 lire subito e 18.000 al mese per un anno si può avere immediatamente un Tv color. In 15 giorni, dall’annuncio dell’esperimento di Monaco, vengono venduti 3000 apparecchi, per una spesa di 1 miliardo e 200 milioni di lire.

Mercoledì 6 settembre 1972 arriva però la doccia fredda perchè il Governo, un tripartito Dc, Pli, Psdi presieduto da Giulio Andreotti, accusato di voler introdurre il colore alle spalle del Parlamento, senza chiedere il parere degli alleati, decide di sospendere l’esperimento con la fine dell’Olimpiade.

In prima fila nella battaglia contro la Tv a colori c’è Ugo La Malfa, del Pri, seguito dalla sinistra Dc, dal Psdi, dal Psi e dal Pci. Tutti questi partiti considerano la Tv a colori un bene voluttuario. Vengono coinvolti anche i presidenti di Senato e Camera, Amintore Fanfani e Sandro Pertini, ai quali viene chiesto di intervenire direttamente sul Governo per sospendere l’esperimento.

La Rai, che sembrava decisa a proseguire con il colore anche oltre le Olimpiadi, alla fine sarà costretta a cedere: niente Pal, niente Secam, gli italiani devono continuare a vedere in bianco e nero. Anche chi possiede un Tv color viene retrocesso al rango di cittadino europeo di seconda categoria: chi può, si deve accontentare di Svizzera e Capodistria o delle Tv di confine in lingua straniera.

L’11 settembre, dopo la cerimonia di chiusura, alle 21.50 in Secam, la trasmissione "Da Monaco a Montreal" a cura di Maurizio Barendson e Paolo Valenti chiude le trasmissioni sperimentali a colori.

Nessuno in quel momento può immaginare che per vedere la Tv a colori sugli schermi della Rai bisognerà aspettare quattro anni: l’edizione olimpica successiva, quella di Montreal, in Canada, ancora in fase sperimentale in Pal, il sistema colore che alla fine la Rai aveva deciso di utilizzare come la maggioranza dei paesi europei e che aveva utilizzato nelle produzioni destinate all'Eurovisione e alla mondovisione.

giovedì 27 ottobre 2022

Storia Tv a colori in Italia, puntata 2, raccontata nella Newsletter Rai del 24 settembre 2022

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Prosegue il nostro racconto della storia della Tv a colori in Italia pubblicato dalla Newsletter Rai, curata da Valerio Iafrate. Dopo la prima puntata, pubblicata nel numero del 17 settembre 2022
Newsletter Rai del 17 settembre 2022
Tutti i colori della Rai
ecco la seconda puntata, pubblicata nel numero del 24 settembre 2022 che si sofferma in particolare sui Mondiali di sci in Val Gardena disputati dal 7 al 15 febbraio 1970 e prodotti interamente a colori dalla Rai per la mondovisione per quello che è stato considerato il più grande sforzo produttivo delle Rai dalle Olimpiadi di Roma del 1960. Purtroppo negli archivi Rai non risulta conservato niente di questa produzione a colori della Rai, che usò il sistema tedesco Pal che nel 1975 sarebbe stato definitivamente scelto dalla Tv pubblica italiana per il colore televisivo.
Newsletter Rai del 24 settembre 2022
Tutti i colori della Rai (2)

Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link https://www.amazon.it/limite-del-ricordare-Nando-Martellini/dp/8885723799

STORIA DELLA TV A COLORI IN ITALIA, PUNTATA 2

Tutti i colori della Rai (2)
Ormai, la Tv a colori è un fatto normale nei Paesi evoluti e, quindi, eventi di portata mondiale devono obbligatoriamente essere ripresi con questo sistema.

Già nel 1968 la Rai aveva cominciato a produrre a colori alcuni eventi destinati in particolare al Nord America e dal 1970 anche per i grandi eventi sportivi la Rai si deve adeguare.

Così nel 1970, in occasione dei Mondiali di sci alpino, dal 7 al 15 febbraio in Val Gardena, la Rai impiega numerosi impianti mobili e fissi, che permettono la generazione per gli enti televisivi esteri della totalità dei programmi televisivi a colori in 625 linee secondo il sistema Pal. Per le otto giornate di gara sono previste diciotto ore di riprese dirette con 20 postazioni per le reti estere a colori. Per rendere più spettacolari i passaggi degli sciatori nei tratti più impegnativi vengono impiegate cinecamere super-rallentate, a 200 fotogrammi al secondo. Per l’occasione, la Rai realizza un grande sforzo produttivo per garantire la trasmissione a colori in mondovisione, in particolare per la NBC negli Stati Uniti, pari a quello delle Olimpiadi di Roma del 1960. Basti dire che il centro Rai allestito provvisoriamente per la durata dei Mondiali a Ortisei era terzo in grandezza dopo quelli di Milano e Roma.

È una delle pagine più gloriose della storia della Rai, dimenticata un po’ di tutti, che merita invece di essere riportata all’attenzione del pubblico. Purtroppo gli italiani poterono vedere quell'evento solo in bianco e nero a causa dell’ostracismo di molti uomini politici che pensavano che la Tv a colori fosse un lusso che non potevamo concederci, mentre tutti gli altri paesi evoluti d'Europa già avevano iniziato a trasmettere a colori da qualche anno.

Purtroppo, a oggi, nel catalogo multimediale Rai non risulta conservato nulla di quelle immagini a colori, ma solo pochi servizi in bianco e nero realizzati per i telegiornali e per La Domenica Sportiva. Noi speriamo sempre che queste registrazioni possano ancora essere conservate in qualche magazzino Rai, sappiamo però che sono disponibili a colori negli archivi di alcune Tv pubbliche, come quella francese e austriaca, e auspichiamo si possano recuperare per far vedere anche agli italiani cosa sapevano fare i tecnici Rai.

Va ricordato che la Tv della Svizzera italiana mandò in onda a colori i Mondiali di sci e, dunque, anche in Italia qualcuno lo ha potuto seguire a colori nelle zone vicine, tra queste anche Milano. La testimonianza di questo formidabile sforzo produttivo l'abbiamo trovata in questo articolo di Giuseppe Tabasso pubblicato sul numero 3 di marzo 1970 del mensile "Notizie Rai" che ci racconta nei particolari il lavoro della Rai per garantire la Tv a colori fuori dai confini italiani.

Le immagini che abbiamo visto ripetutamente scorrere sul teleschermo per otto giorni durante i campionati mondiali di sci alpino in Val Gardena, non erano immagini "qualunque", anche se al telespettatore italiano esse non potevano apparire diversamente. Le riprese televisive, infatti, erano realizzate a colori secondo la norma "625 PAL", ma, al momento di essere "istradato" dai vari trasmettitori sul nostro territorio, il segnale video veniva naturalmente privato della "banda" di colore. Questa circostanza - e cioè uno sforzo organizzativo forse secondo soltanto a quello compiuto dalla Rai per le Olimpiadi di Roma del 1960 e affidato, in questa occasione, ad un organismo televisivo che opera in un paese ove la Tv a colori non è stata ancora introdotta - questa circostanza, dicevo, ha rivestito una rilevanza tecnica che merita opportunamente, a manifestazioni concluse, un consuntivo.

È, dunque, già eloquente di per sè il fatto che una rete televisiva in bianco e nero, come l'italiana appunto, sia stata in grado di approntare uno schieramento tecnico in grado di fornire in tutto il mondo segnali e colori di qualità unanimemente giudicata eccellente; se poi si tiene conto delle particolarissime e difficoltose condizioni orografiche ed atmosferiche che hanno fatto da tremendo banco di prova del colore, non si può allora non parlare di autentico successo per i tecnici italiani. (Un successo forse scontato dal loro prestigio internazionale, ma non per questo memo meritato).

Dice l'ing. Silvio Battistella, direttore tecnico dei servizi televisivi per i mondiali della Val Gardena: "A prescindere dal fattore freddo, che rimane un nemico anche per le trasmissioni in bianco e nero, per noi che dovevamo lavorare col colore, tra i problemi più grossi c'è stato quello delle condizioni di luce: con tutte le piste regolarmente orientate verso Nord, infatti, c'era continuamente l'imponderabile pericolo di trovarsi controluce e questo avrebbe disturbato non poco la resa-colore. Ci è andata bene, e non nascondo che c'è stato anche un pizzico di fortuna".

Ma andiamo con ordine e diamo soprattutto la parola ai dati che, meglio di qualsiasi altra considerazione, possono da soli dare un'idea di quanto consistente sia stato, sotto il profilo tecnico, l'impegno organizzativo prodotto dalla Rai anche in questa occasione. Il lavoro preparatorio, per esempio, ebbe inizio fin da due anni or sono.

"Per preparare tutto - dice l'ing. Aldo Riccomi, Condirettore Centrale della Direzione Tecnica - abbiamo dovuto muoverci fin dal momento in cui ci venne notificato che l'Italia era stata prescelta per ospitare i Campionati. Ciò nonostante, il tempo è stato il nostro primo, grande nemico. Per esempio, l'edificio in cui avremmo dovuto installare il Centro Rai, e cioè il nuovo municipio di Ortisei, non è stato disponibile prima del mese di novembre. Abbiamo quindi dovuto installare a tempo di record un vero e proprio centro di produzione di controllo, usando per di più materiale da riutilizzare integralmente in altri impianti".

Tuttavia il complesso lavoro di accertamento preliminare e di progettazione degli impianti si poi rivelato talmente preciso che in sole due settimane è stato possibile installare in loco tutte le apparecchiature. Vale a dire: oltre 25 mila metri di cavo, buona parte dei quali bloccati sotto la neve lungo i bordi delle 4 piste di gara; 2 studi televisivi, ciascuno con 2 telecamere a colori e 2 vidicon in bianco-nero per cartelli; (i mixer potevano accettare segnali dal telecinema, dai registratori video magnetici e dalle diapositive a colori e permettevano, tra l'altro, l'intarsio ("overlay") con il sistema "Chromakey").

Gli impianti Tv comprendevano poi: una regia finale per le trasmissioni in Eurovisione, con adiacente i posti di coordinamento tecnico e di coordinamento programma; un impianto di registrazione video a colori per un totale di 5 macchine; un impianto di telecinema 16 mm a colori per un totale di 3 macchine; e, infine, una centrale tecnica audio e video a cui facevano capo, per il controllo e lo smistamento, tutti i segnali entranti ed uscenti dal Centro. In quest'ultimo locale si trovavano pure 2 analizzatori di diapositive, 2 rallentatori di immagini e tutti i ponti radio di collegamento, sia con i campi di gara che con la rete permanente Rai.

Tra Ortisei e Bolzano (terminale dei collegamenti permanenti) funzionavano quattro fasci di collegamento a microonde di cui due principali e due di riserva, in maniera da permettere nei periodi più intensi di traffico "unilaterale", di smistare contemporaneamente due programmi indipendenti (normalmente uno per la Rai e l'altro per un organismo estero).

Ed ancora: una sala di riversamento da 1/4" a nastro perforato; un impianto di sviluppo 16 mm con due macchine per lo sviluppo di film a colori ed una macchina per lo sviluppo di film in bianco e nero. "La capacità dei due complessi era rispettivamente di 1800 m/ora per il colore e di 900 m/ora per il bianco e nero; inoltre, esistevano due stampatrici 16 mm, rispettivamente per colore e bianco nero); ed, infine, un complesso di salette di montaggio dei filmati per un totale di 7 moviole. Questo per la Tv.

Per la Radio gli impianti comprendevano 11 complessi costituiti ciascuno da uno Studio e da una regia equipaggiata con: 1 amplificatore a 4 ingressi; 1 amplificatore di uscita corredato di un pannello ad incroci 10X10 per lo smistamento delle linee dei campi di gara; 2 magnetofoni; 1 magnetofono a ciclo chiuso per il segnale di identificazione; 1 ascolto in altoparlante e 2 telefoni. Tre degli 11 complessi erano stati equipaggiati anche per un monitor video per eventuali necessità di sincronizzazione dei filmati.

Diamo, infine, uno sguardo agli impianti comuni che erano costituiti da: 1 telaio incroci della capacità di 180 linee orizzontali e 210 linee verticali per lo smistamento dei circuiti delle cronache radiofoniche e televisive e dei circuiti telefonici di ascolto e di servizio; 1 centralino manuale collegato a tutti i complessi tecnici, agli uffici ed a tutti i campi, della capacità complessiva di 96 utenti a batteria locale e 96 a batteria centrale; 2 posti Telex ed una telescrivente per il collegamento punto a punto con la Rai a Roma; 1 cabina elettrica in grado di trattare una potenza di circa 400kVA e due gruppi elettrogeni di riserva ciascuno con una potenza di 220 kVA. (In un edificio adiacente erano stati poi realizzati 23 posti di ascolto per i radio-telecronisti che potevano così seguire su dei monitor la ripresa televisiva ed ascoltare in cuffia la radiocronaca o la telecronaca destinata al proprio Paese).

Vediamo ora come erano organizzati i servizi "esterni". Sono stati impiegati per la ripresa cinque pullman, tre dei quali avevano a bordo 4 telecamere a colori, gli altri due, invece, ne avevano a bordo 2. C'era inoltre un mezzo attrezzato con due telecamere industriali a vidicon in bianco e nero per la ripresa dei dati di cronometraggio e del monitore che forniva, concorrente per concorrente, la classifica aggiornata.

Le telecamere erano disposte in modo da coprire un tratto di percorso pari a 45", per le gare di slalom gigante e di discesa libera (gare ove le partenze si susseguono ad un intervallo di 1'), mentre per lo slalom speciale, in cui le partenze avvengono solo dopo l'arrivo del concorrente precedente, la copertura della pista era totale.

Ogni pista inoltre era coperta nella sua totalità con cineprese in grado di fornire un filmato completo del percorso per la trasmissioni unilaterali. Ogni unità di ripresa era collegata al Centro di Ortisei tramite due fasci in ponti radio mobili a microonde. Su ogni campo di gara erano state costruite 40 cabine di cui 19 destinate ai telecronisti italiani ed esteri e 13 ai radiocronisti. Le "telecabine" erano dotate di monitore video ed una cassetta standard per cronista, con uno o dei microfoni; le "radiocabine" erano equipaggiate con monitore video, microfono e cuffia.

Dietro le cabine vi erano poi magnetofoni, amplificatori e telefoni a batteria locale. In totale, dunque, le cabine erano 160 (40 per ognuno dei 4 campi di gara). Gli operatori scaglionati lungo le singole piste erano 7, alcuni dei quali dotati di cineprese superrallentate a 200 fotogrammi il secondo.

Ed ecco, infine, un consuntivo: il settore sviluppo e stampa ha lavorato oltre 22 mila metri di pellicola a colori e 9 mila metri in bianco e nero; le trasmissioni in Eurovisione, per i 16 organismi stranieri (oltre l'americana NBC) hanno superato le 17 ore; sono state poi effettuate 32 unilaterali da studio, per un totale di 5 ore e 40 minuti; le trasmissioni via satellite per la NBC hanno totalizzato 3 ore e 57 minuti. Le trasmissioni radiofoniche sono state in tutto 310 di cui 203 verso l'estero e 107 per le reti italiane.

Queste cifre, sono eloquenti di per sè. Ricordano un po' quelle delle Olimpiadi di Roma: si è trattato questa volta di "Olimpiadi bianche", anche se per i tecnici italiani la principale caratteristica è stata quella dell'impiego del colore.

martedì 25 ottobre 2022

Storia Tv a colori in Italia, puntata 1, raccontata nella Newsletter Rai del 17 settembre 2022

siti web



Dopo il racconto della nostra attività di ricercatori negli archivi Rai pubblicata nella Newsletter Rai del 6 maggio 2022
Newsletter Rai del 6 maggio 2022
I segreti di un archivista, da Newsletter Rai del 6 maggio 2022
quella sulla storia del cartone animato "Il Conte di Montecristo" nel numero dell'8 luglio 2022 Newsletter Rai dell'8 luglio 2022
Il tesoro del Conte, da Newsletter Rai dell'8 luglio 2022
e quella sulla storia del cartone animato "Il giro del mondo in 80 giorni" nel numero del 22 luglio 2022
Newsletter Rai del 22 luglio 2022
Il viaggio di Fogg
abbiamo avuto la possibilità di pubblicare sulla newsletter Rai, curata da Valerio Iafrate, una storia della Tv a colori in Italia in cinque puntate. Ecco la prima puntata, pubblicata sulla newsletter del 17 settembre 2022
Newsletter Rai del 17 settembre 2022
Tutti i colori della Rai

Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link https://www.amazon.it/limite-del-ricordare-Nando-Martellini/dp/8885723799

STORIA DELLA TV A COLORI IN ITALIA, PUNTATA 1

Tutti i colori della Rai
Il 26 agosto 1972, un sabato, è una data storica per la televisione italiana: alle 15.50 Rosanna Vaudetti, con la regia di Piero Turchetti, famoso anche per il “Rischiatutto”, compare in video, indossando l’abito che vedete nella foto, e che è conservato al Museo della radio e TV di Torino, per annunciare la trasmissione sperimentale con sistema Pal sul Secondo Programma della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Monaco. I telespettatori italiani, per la prima volta, vedono le immagini a colori.

Vediamo come si è arrivati a questa data.

Il trasmettitore di Roma-Monte Mario del Secondo Programma Tv già da dieci anni, dal 9 luglio 1962, aveva cominciato a irradiare i primi segnali televisivi a colori secondo il sistema Ntsc, utilizzato negli Stati Uniti da qualche anno. L’Eurovisione aveva creato un gruppo ad hoc per l’introduzione della Tv a colori in Europa e nell’ottobre 1963, dallo studio P1 di via Asiago e da alcune postazioni campali nell’area urbana di Roma, erano stati effettuati esperimenti comparativi fra i sistemi Ntsc, Pal e Secam. Il 15 gennaio 1964, sempre sul Secondo Programma, vengono irradiate trasmissione quotidiane di televisione a colori per l’industria secondo i tre sistemi. Bisogna infatti decidere quale standard adottare in Europa: la scelta è tra il tedesco Pal e il francese Secam.

La Rai, come si vede, è all’avanguardia nel settore e sembra decisa a scegliere il Pal, come gran parte dell'Europa, ma quando si tratta di prendere una decisione definitiva è l'unico tra i grandi enti televisivi a non scegliere. Infatti, mentre il 14 settembre 1966 c'è il primo esperimento di Tv a colori in Europa, con un collegamento tra Svezia e Olanda, da uno studio di Stoccolma a uno di Waalre presso Eindhoven, il 2 febbraio 1967 la Camera accoglie una proposta presentata dal repubblicano Ugo La Malfa e dal socialista indipendente Luigi Anderlini dove si stabilisce che fino a tutto il 1970 non è prevista l'attuazione della Tv a colori in Italia. I motivi sono illustrati da Anderlini secondo il quale “la Tv a colori è un consumo opulento che non si addice a una società economicamente squilibrata come quella italiana. Inoltre, la nostra industria non è per ora in grado di costruire le apparecchiature necessarie per realizzare la Tv a colori. Dovremmo quindi rivolgerci all'estero andando incontro a una spesa compresa fra i millecinquecento e i millesettecento miliardi che inciderebbe in modo sensibile sulla bilancia dei pagamenti". La Tv a colori, poi, costituirebbe un "pericoloso incentivo anche per le classi meno abbienti, alla soddisfazione di bisogni non essenziali e non prioritari". Il rinvio di quattro o cinque anni, infine, potrà consentire all'industria nazionale di produrre congegni, impianti e attrezzature a prezzi altamente competitivi. Anderlini avanza anche dubbi sul sistema tecnico che, secondo indiscrezioni, la Rai vorrebbe adottare. Si tratterebbe del sistema tedesco, meno conveniente, a suo giudizio, di quello francese.

Gli esperimenti però continuano e il 22 giugno 1967 al Palazzo dei congressi di Roma c'è il primo esperimento pubblico di Tv a colori in Italia in occasione del quattordicesimo congresso scientifico internazionale dell'elettronica. Venti relazioni di studiosi italiani e stranieri fanno il punto sulla situazione della televisione a colori che appare già come mezzo di svago principe dei prossimi anni. I sette colori dell'iride, in bande verticali, danno inizio a questa programmazione seguita da brevissime scene di film: appaiono successivamente sui teleschermi un'attrice, che con un mazzo di rose rosse in mano scende lungo uno scalone tra i lampi dei fotografi, un brindisi fra due maturi coniugi durante una festa in giardino, Carlo Dapporto vestito da ufficiale di marina a bordo di un veliero del '700, una coppia di ballerini in un parco alberato a cui segue una scena in "presa diretta". Due ragazze, vestite una di verde e una di arancione a fiori gialli, sedute su un divano si sono scambiate confidenze mentre i tecnici della Rai-Tv, contemporaneamente, mostrano sui teleschermi tutta la gamma di effetti speciali che è possibile inserire in una trasmissione, dalla scacchiera alla cancellata, dai cerchi alle dissolvenze, ravvivate con le varie combinazioni dei colori fondamentali.

A luglio tutte le mattine sul Secondo Programma, dalle 8.30 alle 9.30 e dalle 12.00 alle 13.00, vengono diffuse immagini di Tv a colori. Nessun utente può ancora seguire queste trasmissioni, non essendo ancora in vendita in Italia i televisori a colori, ma negli studi romani di via Asiago c’è una consistente troupe di tecnici al lavoro per sviluppare la Tv a colori. Vanno in onda diapositive di prova, brevi spettacolini, documentari per mettere a punto tutti gli apparati, mentre la presentatrice Aba Cercato prova e riprova tutte le varie qualità di cerone e di acconciature adatte alla Tv a colori. La Tv a colori è dunque pronta anche per l’Italia, numerosi filmati sono già stati realizzati, dalla Rai e da produttori indipendenti, interamente a colori e sono “ammucchiati” negli scaffali romani in attesa di essere utilizzati. Si tratta di commedie, spettacoli, documentari, programmi per bambini, qualche rivista musicale e anche un teleromanzo: è stata studiata persino una sigla per le trasmissioni a colori. I tecnici hanno anche deciso l’orario per le trasmissioni a colori: dalle 21 in poi in quanto, richiedendo il colore televisivo un buio assoluto, solamente nella tarda serata si potrebbe ottenere l’effetto ottimale per la migliore ricezione televisiva del colore. Insomma, se non fosse per il divieto del governo, la Rai potrebbe già trasmettere almeno due ore al giorno di Tv a colori.

Intanto, mentre in Italia si continua a sperimentare, Bbc2 è il primo servizio televisivo in assoluto in Europa a trasmettere a colori. L'1 luglio 1967 va infatti in onda a colori da Wimbledon il match di tennis tra Roger Taylor e Cliff Drysdale, vinto da Taylor al quinto set dopo quattro ore di gioco: l’esempio venne seguito da Germania Ovest e Olanda, tutti con il sistema Pal, e Francia, in Secam, utilizzato anche dai Paesi dell’Europa dell’Est. Così, il 1° ottobre 1967, in occasione dell’inaugurazione del regolare servizio di Tv a colori del Secondo Canale francese, viene proposto un programma di paracadutismo dal Centro di Biscarosse: fu, in pratica, il primo evento sportivo a essere trasmesso in Tv, in Eurovisione, a colori. Pochi mesi dopo, dal 6 al 18 febbraio 1968, a Grenoble si svolge la X edizione dei Giochi olimpici invernali: la Tv francese propone 170 ore di trasmissione di cui 95 a colori. È il primo grande evento sportivo a essere in policromia in mondovisione, seguito dalle Olimpiadi estive di Città del Messico. Quanto al calcio, Germania Ovest-Jugoslavia è la prima partita a essere trasmessa a colori in Tv il 7 ottobre 1967, da Amburgo: solo il primo tempo però, perchè l'oscurità obbligherà alla ripresa in bianco e nero del secondo tempo. Il 18 maggio 1968 va invece in onda la prima partita di calcio a colori in Eurovisione, West Bromwich Albion-Everton, finale di Coppa d'Inghilterra, a Wembley. L'1 ottobre 1968 anche la Tv Svizzera passa ufficialmente al colore, ma già prima di questa data trasmetteva così gli eventi prodotti dalle altre Tv e il 28 maggio 1969 anche la finale di Coppa dei Campioni tra Milan e Ajax, da Madrid, è prodotta a colori. Ed è proprio grazie alla televisione della Svizzera italiana che almeno a Milano e parte della Lombardia è possibile cominciare a vedere la Tv a colori anche in Italia, almeno dalle vetrine dei negozi specializzati visto che un televisore a colori costa intorno alle 400-500mila lire, ma gli industriali milanesi sono già pronti e prevedono di assorbire 30.000 televisori a colori nel primo anno di trasmissione.