Il 21 settembre 1967 l’Olanda inaugurava la televisione a colori in un palazzo di Amsterdam chiamato RAI, mentre in Italia ancora si discuteva sul sistema da scegliere tra Pal e Secam in attesa di iniziare, si pensava all’epoca, dopo il 1970
Il 21 settembre 1967, alla Fiera dell’elettronica Firato di Amsterdam, l’Olanda inaugurava la Tv a colori, terzo paese d’Europa dopo Gran Bretagna e Germania Ovest a fare questo storico passaggio. Curiosamente per noi italiani, queste trasmissioni si svolsero dal palazzo dell’associazione chiamata RAI, dove si svolse anche l’Eurofestival del 1970. Niente a che fare, ovviamente, con la radiotelevisione pubblica italiana. L’inizio dei programmi a colori, in Pal, venne dato alle 11.08 dal ministro dell'Economia Leo de Block che per l’occasione, rispondendo ai dubbi di chi pensava che sarebbe stato meglio destinare ad altri scopi la spesa per l’introduzione della Tv a colori, affermò che questa decisione, oltre al principio del libero consumo per cui il consumatore decide come e quanto spendere in base al suo potere d’acquisto, è una parte importante del futuro industriale olandese. In Italia, come vedremo, purtroppo alcune parti politiche pensavano invece che la Tv a colori avrebbe incrementato il consumismo ed era un lusso che gli italiani non si potevano permettere. Una decisione rovinosa che determinò la crisi del settore radiotelevisivo italiano e che ha avuto effetti anche sugli archivi Rai visto che purtroppo molte trasmissioni prodotte a colori anche dalla stessa Rai non si trovano oggi negli archivi della Tv pubblica e vanno cercare in quelli delle Tv estere. La NTS (Nederlandse Televisie Stichting), in italiano “fondazione televisiva olandese” che dal 2 ottobre 1951 aveva iniziato la regolare programmazione televisiva nel paese Orange, aveva fatto pressioni sul governo locale per consentire l’inizio delle trasmissioni a colori, ma inizialmente l’atteggiamento dell’esecutivo rimase attendista a causa dei costi giudicati elevati per il passaggio al colore e c’erano anche dubbi sul fatto che i consumatori olandesi avrebbero acquistato in massa i nuovi televisori a colori. Nel gennaio 1967 arrivò l’approvazione del governo e la NTS potè cominciare le trasmissioni nel mese di settembre. Nel 1973 la Tv a colori arrivò anche nelle Antille Olandesi e dal 1977 anche nel Suriname, mentre nel vicino Belgio si partì dall’1 gennaio 1971, un po’ in ritardo in confronto a molti paesi europei, ma in grande anticipo sull’Italia. A questo proposito va ricordato che in Belgio, come in Italia, era già possibile ricevere i programmi a colori delle emittenti estere, Francia, Germania Ovest e Olanda in particolare, e quindi si decise di adeguarsi ai paesi confinanti come purtroppo non avvenne in Italia nonostante fossero visibili in ampie zone d’Italia i programmi a colori di Svizzera italiana e Capodistria oltre a quelli di Francia e Austria nelle zone di confine. In pochi anni, la diffusione dei televisori a colori in Olanda passò dall’11 % del 1967 al 33% del 1970 per arrivare all’87%. Mentre in Olanda partiva la Tv a colori, negli stessi giorni in Italia, purtroppo, ancora si discuteva sul sistema colore da usare tra Pal e Secam e molti politici erano contrari a questo passaggio fondamentale nell’evoluzione della televisione. Il partito repubblicano era uno dei principali oppositori della Tv a colori e sul Corriere della sera del 21 settembre 1967 leggiamo che "La Voce repubblicana”, quotidiano di partito, ricorda che nel piano quinquennale varato nel 1966 non è prevista l’introduzione della Tv a colori a dopo il 1970. Sulla televisione a colori intervengono alcuni esponenti politici, fra i quali gli onorevoli, Malagodi, Lombardi e La Malfa. Giovanni Malagodi, segretario del Partito Liberale, collegando la realizzazione della televisione a colori col progresso tecnologico, ha detto che non occorre pregiudicare ulteriormente lo sviluppo della nostra industria elettronica, mettendola in condizione di ingiustificata inferiorità, come accadrebbe nel caso in cui la televisione a colori fosse introdotta in Italia con notevole ritardo rispetto agli altri stati europei. L’onorevole Riccardo Lombardi, socialista, è invece d’accordo col piano quinquennale, che rinvia la televisione a colori a dopo il 1970, “in quanto si tratta di un investimento non prioritario”. Dello stesso avviso è l’onorevole Ugo La Malfa, segretario del Partito Repubblicano, il quale ha dichiarato che la programmazione ha per oggetto di arrestare lo sviluppo di certi tipi di consumi individuali per favorire l’estensione di consumi a carattere sociale e collettivo. La discussione sulla Tv a colori in Italia si chiude proprio il 21 settembre 1967 con la dichiarazione del ministro delle telecomunicazioni Giovanni Spagnolli al Senato dove ribadisce il no alla Tv a colori prima del 1970. Questi i due punti specificati dal ministro: il Governo intende rispettare le indicazioni del piano quinquennale che rinvia a dopo il 1970 l’introduzione su scala commerciale della Tv a colori; il Cipe, comitato per la programmazione economica, dovrà decidere però sul sistema da scegliere, in modo da dare una indicazione concreta alle industrie interessate. Sappiamo com’è andata a finire, saremmo stati in ritardo già nel 1971, perdendo, tra l’altro le Olimpiadi di Grenoble e di Città del Messico del 1968, i Mondiali di calcio del Messico del 1970 e quelli di sci in Val Gardena sempre del 1970, interamente prodotti a colori in Pal dalla Rai, ma solo per il resto del mondo, ma siamo riusciti a fare molto peggio visto che in Italia, sugli schermi della Rai, la Tv a colori sarebbe arrivata ufficialmente solo dall’1 febbraio 1977 dopo l’esperimento delle Olimpiadi di Monaco del 1972, con l’alternanza tra Pal e Secam sul Secondo Programma, per tornare sperimentalmente in Pal, scelto dal Governo italiano solo nel 1975 come sistema colore da usare in Italia, dal 17 luglio 1976 in occasione dell’apertura delle Olimpiadi di Montreal. La storia ha dimostrato che sulla Tv a colori aveva ragione Malagodi, ma purtroppo era solo una piccola minoranza, mentre vinse l’oscurantismo di alcune parti politiche causando anche un grave danno all’industria radiotelevisiva italiana ridotta in rovina da questi continui rinvii sul sistema colore da usare per l’Italia.
BIBLIOGRAFIA Van morgen start de kleurentelevisie, De Telegraaf, 21 settembre 1967
Kleurentelevisie in Nederland, Het Parool, 21 settembre 1967
Il ministro conferma il “No” alla TV a colori prima del ’70, Corriere della sera, 22 settembre 1967
Dichiarazioni di Spagnolli sulla RAI-TV al Senato. Le trasmissioni a colori dopo il 1970, Corriere della sera, 23 settembre 1967
https://www.spreekbuis.nl/de-eerste-tv-uitzendingen-in-kleur/.
https://www.vpro.nl/lees/gids/2017/vaarwel-grijze-wereld.html.