martedì 30 luglio 2019

La Tv italiana ha compiuto 80 anni, il 22 luglio 1939 la prima trasmissione

"SPORT IN TV", IL LIBRO DI PINO FRISOLI E MASSIMO DE LUCA.

"RISCHIATUTTO. STORIA, LEGGENDE E PROTAGONISTI DEL PROGRAMMA CHE HA CAMBIATO LA TELEVISIONE".
IL LIBRO DI EDDY ANSELMI E PINO FRISOLI, INTRODUZIONE DI DANIELA BONGIORNO.
TUTTI I NOMI DEI CONCORRENTI, DELLE MATERIE DEL TABELLONE, I PROFILI DEI CAMPIONI E TANTO ALTRO
DA NON PERDERE PER TUTTI GLI APPASSIONATI DI STORIA DELLA TELEVISIONE E DI MIKE BONGIORNO
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Nei giorni scorsi, completamente dimenticata da tutti gli organi di informazione, Rai compresa, la Tv italiana ha compiuto 80 anni. Risale infatti al 22 luglio 1939 la prima trasmissione televisiva in Italia. L'Eiar, vecchio nome della Rai, propose infatti per dieci mesi due ore al giorno di spettacoli, prodotti negli studi di via Asiago a Roma. L'Italia fascista voleva recuperare terreno sulle altre potenze: in Germania la Tv era accesa dal 1935 e un anno dopo aveva trasmesso i Giochi olimpici di Berlino, mentre dal 2 novembre 1936 la Bbc aveva iniziato la regolare programmazione televisiva. L'attrice Lidia Pasqualini fu scelta come annunciatrice e il Radiocorriere pubblicava già i palinsesti». Poi, il 31 maggio 1940, le trasmissioni furono interrotte e le frequenze lasciate libere per scopi militari. L'Italia spegneva la Tv e, dieci giorni dopo, entrava in guerra. In Italia la Tv ricomincia l’11 settembre 1949, dunque a breve ricorrerà un altro anniversario importante, il 70°, quando, in occasione della I Esposizione Internazionale della Televisione di Milano, hanno inizio le trasmissioni sperimentali Rai da Torino e da Milano con lo standard di 625 linee. Due mesi prima, il 10 luglio, erano entrati in funzione il primo trasmettitore televisivo a Torino-Eremo e il relativo studio di ripresa nell’edificio Rai di via Montebello, allo scopo di effettuare prove per la ricerca dello standard. Anche nel 2009, in occasione dei 70 anni, la ricorrenza venne quasi totalmente dimenticata, sempre con l'eccezione di questo blog e del forum di Tv-pedia. Solo "La Gazzetta dello sport", all'epoca diretta da Claudio Verdelli, oggi direttore di Repubblica, tra i grandi mezzi di informazione diede spazio alla ricorrenza con una intervista di Francesco Saverio Intorcia a Pino Frisoli uscita sul numero del 23 luglio 2009. Sotto potete leggere l'intervista completa e l'articolo che pubblicammo su questo blog.

Da "La Gazzetta dello sport" del 23 luglio 2009.

MA LO SAPEVATE CHE IERI LA TV HA COMPIUTO 70 ANNI?

Il 22 luglio 1939 l'Eiar mandò in onda i primi programmi: varietà e sport con Macario, Carosio e Filogamo. Ma solo a Roma e Milano.

Buon compleanno, nonna Rai: ieri la Tv italiana ha compiuto 70 anni, ma come tutte le signore s'abbassa l'età. L'inizio ufficiale delle trasmissioni è datato 3 gennaio 1954, ma in realtà il primo programma in Italia andò in onda il 22 luglio del 1939. per dieci mesi, la vecchia Eiar mandò in onda due ore al giorno di spettacoli, prodotti negli studi di via Asiago a Roma. L'Italia fascista voleva recuperare terreno sulle altre potenze: in Germania la Tv era accesa dal 1935 e un anno dopo aveva trasmesso i Giochi olimpici di Berlino.
Pubblico d'elite Negli Anni 30, un televisore Safar era reclamizzato sui giornali e costava 9 mila lire: un lusso alla portata di pochi. Mussolini se ne fece montare due (a Palazzo Venezia e a Villa Torlonia), la gente comune invece s'incollava agli apparecchi dei negozi del centro o del villaggio balneare al Circo Massimo. Il segnale arrivava solo a Roma (dal ripetitore di Monte Mario) e a Milano (da settembre 1939, grazie al ripetitore di Parco Sempione).
Il palinsesto «Erano trasmissioni regolari - spiega Pino Frisoli, autore del libro La Tv per sport -, con personaggi come Macario, Aldo Fabrizi, Odoardo Spadaro, Nanda Primavera e, per lo sport, Nicolò Carosio. L'attrice Lidia Pasqualini fu scelta come annunciatrice e il Radiocorriere pubblicava già i palinsesti». Poi, il 31 maggio 1940, le trasmissioni furono interrotte e le frequenze lasciate libere per scopi militari. L'Italia spegneva la Tv e, dieci giorni dopo, entrava in guerra.


Ecco invece quanto scritto su questo blog il 22 luglio 2009

Potrebbe passare inosservata e invece è una data di grande importanza per la storia della Tv italiana. Il 22 luglio 1939, dunque esattamente 70 anni fa, dopo due mesi di test preparatori iniziati il 25 maggio, vengono inaugurati dallo studio di via Asiago in Roma i programmi televisivi sperimentali dell’Eiar, con due ore, successivamente portate a quattro, di trasmissioni quotidiane a mezzo di telecamera Fernseh. Lo standard è quello tedesco a 441 linee, con 21-42 immagini al secondo, il trasmettitore è quello di Roma-Monte Mario. La trasmissione iniziale comprende canzoni e numeri comico-musicali eseguiti da noti artisti, tra cui Macario, Aldo Fabrizi, Nunzio Filogamo, Odoardo Spadaro e Nanda Primavera. Lidia Pasqualini, attrice scelta per le sue qualità telegeniche, ha il compito degli annunci. In pratica, è nata la Tv di Mussolini. C’è infatti un vero e proprio palinsesto, con produzione di varietà e originali televisivi, mentre sul «Radiocorriere» apparivano i programmi e persino le pubblicità dei primi apparecchi televisivi. Tra gli altri, viene scritturato anche Nicolò Carosio, popolarissimo radiocronista sportivo che aveva raccontato agli italiani i trionfi della Nazionale ai Mondiali di calcio del 1934 e del 1938. Le trasmissioni sono visibili solo a Roma per pochi intimi, in pratica Mussolini e qualche gerarca, ma per far conoscere al pubblico il nuovo mezzo di comunicazione, televisori Fernseh e Safar vengono montati in un padiglione allestito al Circo Massimo e in vetrine di negozi cittadini di via Nazionale e via del Corso. Anche il Vaticano, per quanto i progressi italiani dal punto di vista della Tv non siano neppure paragonabili a quelli tedeschi o statunitensi, ha prontamente intuito l'importanza dello schermo televisivo e papa Pio XII fa subito installare un proprio televisore nel suo studio privato. Minacce di guerra però si addensano anche sull’Italia e così, il 31 maggio 1940, cessano le trasmissioni sperimentali televisive sia a Roma che a Milano, che dal 16 settembre aveva dato inizio ai suoi programmi, poiché la frequenza di trasmissione Tv avrebbe potuto interferire con le emissioni dell’impianto Telefunken di atterraggio teleguidato degli aerei negli aeroporti di Roma-Ciampino e Milano-Linate. È la fine della Tv di Mussolini, irrimediabilmente interrotta dallo scoppio del conflitto bellico, che impone in tutti i Paesi la sospensione della produzione tecnologica "d'intrattenimento" a favore dell'industria bellica e blocca, almeno per qualche anno, il bel sogno della visione a distanza. In Italia, la Tv ricomincia l’11 settembre 1949, dunque 60 anni fa, altro anniversario importante che ricorre quest'anno, quando, in occasione della I Esposizione Internazionale della Televisione di Milano, hanno inizio le trasmissioni sperimentali da Torino e da Milano con lo standard di 625 linee. Due mesi prima, il 10 luglio, erano entrati in funzione il primo trasmettitore televisivo a Torino-Eremo e il relativo studio di ripresa nell’edificio Rai di via Montebello, allo scopo di effettuare prove per la ricerca dello standard. Il 3 gennaio 1954, lo ricordo, non è stata altro che una tappa importante nella storia della Tv italiana, ma non la prima visto che la Tv anche nel nostro Paese esisteva già da tempo, come disse anche Salvino Sernesi, in quegli anni direttore generale della Rai.

Italia-Israele, Messico 1970: la vera storia della telecronaca di Nicolò Carosio, che mai insultò il guardalinee etiope.

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