sabato 15 febbraio 2025

Il 15 febbraio 1965 la Figc decise il blocco del tesseramento di giocatori e allenatori stranieri: sono passati 60 anni

siti web

Il 15 febbraio 1965 il Consiglio Federale della Figc, presieduto da Giuseppe Pasquale, decise a sorpresa di bloccare il tesseramento di giocatori e allenatori stranieri fino al 31 luglio 1966, una delibera che avrebbe avuto pesanti conseguenze per il calcio italiano, togliendo agli appassionati la possibilità di apprezzare sui nostri campi i migliori giocatori degli anni ’70 visto che solo nel 1980 si decise di riaprire le frontiere ai calciatori stranieri. A distanza di 60 anni ricordiamo questo evento, dimenticato dai più visto che per anni è stato detto e scritto erroneamente che le frontiere vennero chiuse nel 1966 dopo la clamorosa sconfitta dell’Italia con la Corea del Nord che portò all’eliminazione degli Azzurri nel primo turno dei Mondiali d’Inghilterra.
Ecco il testo del comunicato della Figc pubblicato sulla Gazzetta dello Sport del 16 febbraio 1966:
“Dopo aver attentamente vagliato tutti gli aspetti della questione, il Consiglio Federale, su proposta del presidente stesso, dottor Pasquale, ha deciso quanto segue:
Di sospendere il tesseramento di nuovi giocatori stranieri fino a tutto il 31 luglio 1966;
di sospendere fino al 31 luglio 1966 l’iscrizione di nuovi nominativi nel ruolo degli allenatori stranieri presso il SIPT (Settore di Istruzione e Preparazione Tecnica). Sotto nessuna altra forma (consulenza, collaborazione tecnico-sportiva, ecc.) tecnici stranieri potranno prestare la loro opera presso le società affiliate. Gli allenatori presentemente iscritti nel ruolo suddetto possono continuare a prestare la loro opera solo per l’attuale società di appartenenza. Per casi particolare è ammesso il ricorso da parte dell’interessato al Consiglio Federale”.

L’inaspettata decisione causò l'irritazione del presidente del Torino Orfeo Pianelli. Proprio in quel mattino la società granata aveva depositato alla Lega Calcio il contratto di acquisto di Rudolf Brunnenmeier, quotato centravanti-ala del Monaco 1860 e della nazionale della Germania Ovest*, per 100 milioni di lire, mentre la Fiorentina aveva depositato un diritto di opzione per Kramer, un altro giocatore tedesco. Anche il Genoa venne danneggiato visto che era pronto all’acquisto dello svedese Heinemann.
Già nel 1963, su indicazione governativa, erano stati presi dei provvedimenti per diminuire l'acquisto di giocatori stranieri e rafforzare i vivai e arrivarono dall'estero 6 giocatori. Nel 1964 arrivarono da oltre frontiera solo il peruviano Alberto Gallardo, al Cagliari, e il francese di origine argentina Nestor Combin, alla Juventus, ultimo in assoluto ad arrivare in Italia prima dell'inatteso blocco. Nelle ultime due stagioni erano dunque arrivati in Italia solo 8 giocatori stranieri e anche per questo il provvedimento apparve da subito sproporzionato per molti.
La prima puntata di “Sprint”, primo periodico televisivo interamente dedicato allo sport, in onda martedì 23 febbraio 1965, si occupò della questione in chiusura di trasmissione con un lungo servizio , “Il veto”, curato e presentato da Antonio Ghirelli nel quale intervennero alcuni tra i più grandi nomi del giornalismo sportivo e dello spettacolo italiano come Gualtiero Zanetti, direttore responsabile della Gazzetta dello Sport; Claudio Villa; Guido Sacerdote “uno dei realizzatori, con Antonello Falqui, di Studio Uno”; Giglio Panza, direttore di Tuttosport; Ugo Pirro, sceneggiatore cinematografico; Gino Palumbo, responsabile della redazione sportiva del “Corriere della sera”; Rino Tommasi; Gianni Brera e con una dichiarazione del presidente della Federcalcio Giuseppe Pasquale letta dallo speaker Gigi Carrai.
Dopo l’eliminazione dell’Italia nel primo turno dei Mondiali d’Inghilterra, causata dall’inaspettata sconfitta con la Corea del Nord, lo stop al tesseramento di giocatori e allenatori stranieri venne semplicemente prorogato, in occasione del Consiglio Federale del 16 settembre 1966, fino al 30 giugno 1971 andando oltre il mandato dello stesso Consiglio Federale, che sarebbe scaduto nel 1968. Unica eccezione a questo blocco sarebbe stata quella dello svedese Roger Magnusson, tesserato dalla Juventus per la Coppa dei Campioni 1967/68. All’epoca infatti le norme Uefa permettevano di avere in squadra un giocatore utilizzabile solo nelle coppe. Questa regola venne abolita dall'Uefa proprio alla fine della stagione 1967/68 e la Juventus dovette prestare Magnusson al Marsiglia dove divenne uno dei giocatori più apprezzati del campionato francese. La speranza era quella di riprenderlo in occasione della riapertura delle frontiere con il connazionale Thomas Nordahl, figlio del grande Gunnar, ma purtroppo per vedere nuovi giocatori stranieri in Italia si dovrà aspettare fino al 1980. Un piccolo spiraglio si aprì solo per la stagione 1973/74 quando venne permesso l'arrivo di giocatori nati in Italia e di passaporto italiano ma tesserati inizialmente per formazioni straniere. Tra questi ricordiamo Carlo Sartori, che aveva vinto la Coppa dei Campioni con il Manchester United nel 1968 segnando anche un gol contro l’Anderlecht, acquistato dal Bologna, e Dante Mircoli, che dagli argentini dell'Independiente passò alla Sampdoria. Nessuna possibilità invece per altri italiani come Delio Onnis, calciatore più prolifico nella storia del campionato francese, e Franco Cucinotta, con gli svizzeri dello Zurigo capocannoniere della Coppa dei Campioni 1976/77.
Per gli allenatori invece si riaprì nella stagione 1969/70, ma arrivò solo l'argentino Luis Carniglia, già da anni in Italia, alla Juventus dove venne esonerato dopo sei giornate. La società bianconera avrebbe voluto in realtà ingaggiare l'inglese Malcom Allison dal Manchester City che però rifiutò quando ormai l'accordo sembrava trovato. Anche il Torino aveva pensato a un allenatore d'Oltremanica, Don Revie del Leeds, ma anche in questo caso non se ne fece nulla. Solo nel 1984/85, con l'ingaggio dello svedese Sven Goran Eriksson da parte della Roma, si riaprirono, non senza polemiche, le frontiere anche per gli allenatori stranieri che inizialmente potevano avere solo la qualifica di direttore tecnico con l'obbligo di affiancare un allenatore italiano di prima categoria.
Dopo vari tentativi, con la Juventus che nel 1976 si era avvicinata all’acquisto di Johan Cruijff, finalmente nel 1980 si decise di riaprire le frontiere ai calciatori stranieri, solo uno per squadra in Serie A, poi diventati 2 nel 1982 e 3 nel 1987 prima dell’apertura totale per i giocatori con passaporto comunitario. Proprio in prossimità della riapertura delle frontiere si presentò la possibilità di provare dei calciatori stranieri e lo svizzero Claudio Sulser il 3 gennaio 1980 fece una partita di prova con il Genoa che a Marassi affrontò in amichevole il Varese. Il risultato del blocco del tesseramento dei giocatori provenienti dall'estero invece di risanare le finanze del calcio italiano provocò invece, come si poteva facilmente immaginare, un aumento sproporzionato delle valutazioni dei giocatori ridicolizzando l'immagine del nostro calcio all'estero per via dei prezzi fuori mercato per qualunque club straniero che, se avesse voluto, non avrebbe comunque potuto permettersi di acquistare un calciatore italiano.
Sull'interesse della Juventus per Cruijff e sulla possibilità riaprire le frontiere nel 1976 potete leggere al link seguente l'articolo Cruijff, quando nel 1976 la Juventus arrivò a un passo dal suo ingaggio
Sul provino dello svizzero Claudio Sulser con il Genoa nell'amichevole con il Varese del 3 giugno 1980 potete leggere al link seguente l'articolo Sulser, straniero del Genoa per un giorno



* Il presidente del Torino Orfeo Pianelli era invece stato tra gli oppositori della riapertura delle frontiere nel 1976 ritenendo che questa decisione avrebbe rafforzato la concorrenza ai danni del suo Torino che in quegli anni contendeva alla Juventus lo Scudetto.

BIBLIOGRAFIA
Giocatori e tecnici stranieri, blocco sino al luglio 1966, Gazzetta dello Sport, 16 febbraio 1965
I contratti «sperati» «Brunn» e Kramer, Gazzetta dello Sport, 16 febbraio 1965
Frontiere chiuse per allenatori e giocatori stranieri, Corriere della sera, 16 febbraio 1965
Passati 50 anni da Corea del Nord-Italia del 1966, la vera storia della chiusura delle frontiere per i calciatori stranieri, Pino Frisoli, 28 luglio 2016

Vi ricordiamo inoltre il libro "Al limite del ricordare", un'antologia degli articoli scritti da Nando Martellini su alcuni giornali dal 1959 al 1997 curata da Cesare Borrometi e Pino Frisoli con la prefazione di Massimo De Luca pubblicata da Oligo. Potete ordinarlo a questo link
https://www.amazon.it/limite-del-ricordare-Nando-Martellini/dp/8885723799

Nessun commento: