domenica 1 gennaio 2023

Storia del calciomercato: quando nel 1961 il Santos rifiutò mezzo milione di dollari per cedere Pelè alla Juventus

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Il 15 aprile 1961, un sabato, il Corriere della sera pubblica a pagina 19, la sua unica pagina sportiva della giornata, un commento non firmato sul rifiuto da parte del presidente del Santos dell’offerta della Juventus di mezzo milione di dollari per l’acquisto di Pelè, circa trecento milioni di lire dell’epoca. Vi consigliamo di leggere con attenzione questo articolo e di commentarlo solo dopo l’ultima riga, non prima. C’è un linguaggio che oggi sarebbe naturalmente inaccettabile, anche se si scrive che “il razzismo non c’entra”, però fa un certo effetto leggere che “un calciatore negro in mezzo a ventuno giocatori bianchi, creerebbe una stonatura di colore, darebbe in un certo senso fastidio al pubblico sotto l’aspetto estetico, o almeno lo renderebbe perplesso”. A proposito di calciomercato, nella stessa pagina c’è anche un articolo sul probabile acquisto da parte del Milan di Almir, definito il “Pelè bianco”, in forza agli argentini del Boca Juniors allenati di Vicente Italo Feola, commissario tecnico del Brasile campione del mondo nel 1958, che voleva fare una squadra “tutto Brasile”. Almir doveva inizialmente andare alla Fiorentina, che aveva sottoscritto una opzione con il Corinthians di San Paolo nel caso in cui in Italia fosse stato tolto il “veto Andreotti” all’importazione dei calciatori stranieri e non solo degli oriundi. Alla fine Almir passò al Boca Juniors e pochi giorni dopo il Brasile, con il “veto Quadros”, bloccò l’esportazione dei migliori giocatori all’estero per cui l’attaccante paulista divenne un pezzo pregiato del mercato essendo già fuori dai confini nazionali. Ad Almir si sarebbe interessata anche l’Inter, proponendo uno scambio con Antonio Valentin Angelillo, in rotta con Helenio Herrera, che dunque sarebbe tornato in patria. In Italia Almir arrivò nel 1962, acquistato dalla Fiorentina, che lo cedette subito al Genoa dove giocò solo due partite in Serie A per tornare in Brasile a fine stagione proprio nel Santos di Pelè, mentre Angelillo rimase in Italia passando alla Roma. Quanto al Milan, nella stagione 1961/62 arrivò come straniero l’inglese Jimmy Greaves che lasciò subito la formazione rossonera, nonostante gli 8 gol in 10 partite ma difficilmente gestibile fuori dal campo, venendo sostituito nel mercato autunnale dal brasiliano Dino Sani. A fine stagione il Milan vinse il suo ottavo Scudetto con cinque punti di vantaggio sull’Inter.

COSTANO TROPPO QUESTI CALCIATORI
Da San Paolo del Brasile ci arriva una notizia che può far sorridere, ma che può anche indurre a qualche riflessione amara. Il Presidente della Società calcistica Santos annuncia che la sua società ha respinto l’offerta di mezzo milione di dollari da parte della Juventus per il passaggio alla Società torinese del giocatore del Santos, Pelè. Evidentemente mezzo milione di dollari non bastava. Non possiamo giurare naturalmente sull’autenticità di questa notizia soprattutto non possiamo dimostrare che è vera, il che significa che all’occorrenza essa potrebbe sempre essere comodamente smentita dagli stessi interessati. Siccome però fino a prova contraria dobbiamo crederci, ci si permetta di fare qualche osservazione in proposito. Prima però precisiamo che mezzo milione di dollari, il conto non è difficile, sono più di trecento milioni di lire. Cominciamo col dire che qui il razzismo non c’entra, che anzi nel giudicare il valore d’un uomo noi non guardiamo affatto al colore della sua pelle. Pelè, anche se è un negro, è un uomo come gli altri e noi abbiamo visto spesso le folle impazzire di entusiasmo per dei negri, come cantanti, ballerini, pugilatori, cestisti, atleti. Nel calcio però ci sia permesso dirlo, un calciatore negro in mezzo a ventuno giocatori bianchi, creerebbe una stonatura di colore, darebbe in un certo senso fastidio al pubblico sotto l’aspetto estetico, o almeno lo renderebbe perplesso. Ma poi soprattutto la faccia di Pelè sarebbe lì a mostrare in ogni momento al pubblico italiano che egli è soltanto uno straniero che qui gioca unicamente per i trecento e più milioni che è stato pagato. «E non è lo stesso - direte voi - per i vari svedesi o inglesi o danesi che ci sono nel campionato nostro? E gli “oriundi” sono forse qui per un improvviso risveglio di italianità o per i milioni che hanno incassati?» Sappiamo benissimo che il mondo calcistico è mosso più dal denaro che dal sentimento ma i sentimentali ci sono naturalmente e sono coloro che alla domenica vanno a veder le partite facendo magari qualche piccolo sacrificio. Orbene quelli degli spalti, presi dal loro tifo dimenticano che nella propria squadra ci sono degli stranieri, ci sono insomma giocatori venuti da altre Nazioni o da altre parti nel mondo. Abbiamo l’impressione invece che con un giocatore negro sarebbe più difficile dimenticare. Diciamo questo pur avendo una grandissima stima per l’asso Pelè che ammirammo ai campionati del mondo in Svezia e che con la sua arte calcistica contribuì in notevole misura a far vincere finalmente al Brasile quel sospiratissimo campionato del mondo che otto anni prima nel grande Stadio di Rio era stato perso per uno dei più memorabili colpi di scena della storia calcistica. Il nostro fine però non è quello di dimostrare che Pelè, cioè un giocatore della sua razza non è adatto per fare il campionato italiano, ma di far capire che Pelè costa troppo. Non perché lo reputiamo uno dei migliori calciatori del mondo, e forse anche il migliore in senso assoluto, ma perché oltre trecento milioni per un giocatore di calcio sono una spesa eccessiva che fa venire malinconia a troppa gente. Noi abbiamo sempre polemizzato con chi sostiene che un calciatore non deve guadagnare più d’un professore d’Università. Qui, abbiamo sempre sostenuto, non c’entrano i valori morali, qui c’entra la capacità di richiamare pubblico, cioè il valore del proprio contributo allo spettacolo per il quale la gente paga. Ma trecento milioni lo ripetiamo sono troppi, e a un certo momento potrebbero anche determinare una reazione da parte del pubblico, quasi una ribellione. Senza contare che un atleta quando riesce a realizzare così favolosi guadagni perde fatalmente un po’ di quella “purezza” che è alla radice della sua bravura. Bisognerebbe insomma fermare un po’ questa pazza corsa alle cifre sempre più mirabolanti per l’acquisto d’un calciatore. Ma chi la ferma?


BIBLIOGRAFIA
Costano troppo questi calciatori, Corriere della sera, 15 aprile 1961
Almir, il «Pelè bianco», probabile acquisto del Milan. L'attaccante del Boca Juniors è stato richiesto anche dall'Inter per uno scambio con Angelillo, Corriere della sera, 15 aprile 1961

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