martedì 23 gennaio 2018

Massimo De Luca racconta Nicolò Carosio

"SPORT IN TV", IL LIBRO DI PINO FRISOLI E MASSIMO DE LUCA.

"RISCHIATUTTO. STORIA, LEGGENDE E PROTAGONISTI DEL PROGRAMMA CHE HA CAMBIATO LA TELEVISIONE".
IL LIBRO DI EDDY ANSELMI E PINO FRISOLI, INTRODUZIONE DI DANIELA BONGIORNO.
TUTTI I NOMI DEI CONCORRENTI, DELLE MATERIE DEL TABELLONE, I PROFILI DEI CAMPIONI E TANTO ALTRO
DA NON PERDERE PER TUTTI GLI APPASSIONATI DI STORIA DELLA TELEVISIONE E DI MIKE BONGIORNO
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pinofrisoli@yahoo.it
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siti web

Dal sito Sportsenators.it riportiamo il racconto di Massimo De Luca sulla sua personale avventura sul palcoscenico dove ha descritto la storia di Nicolò Carosio dalle origini fino alla spiegazione di cosa avvenne davvero nel dopo partita di Italia-Israele dell'11 giugno 1970 passato alla storia per l'offesa mai detta da Nicolò Carosio al guardalinee etiope. Sempre da Sportsenators.it vi segnaliamo anche questa intervista di Vincenzo Martucci a Massimo De Luca, pubblicata lo scorso 14 maggio 2017, dove si racconta la storia di "Tutto il calcio minuto per minuto".
http://www.sportsenators.it/14/05/2017/quante-diverso-lo-spezzatino-dal-mio-tutto-il-calcio-minuto-per-minuto/

“Io, Massimo De Luca, attore, nei panni di Nicolò Carosio, per dimostrare che no, non dissi “negraccio” al guardalinee etiope di Italia-Israele”…

Il famoso conduttore di “Tutto il calcio minuto per minuto” racconta con la sua personale avventura sul palcoscenico gli straordinari retroscena che portarono all’improvviso ed ingiusto stop alla Rai del vero inventore in Italia del mestiere di radio e telecronisti sportivi. E svela finalmente il giallo assolvendo il suo maestro!
Come accade che, un certo giorno di ottobre (il 20 per la precisione), mi sia ritrovato sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Salsomaggiore a vestire i panni di Nicolò Carosio? E quando dico vestire i panni, non uso una metafora: cappottone, Borsalino in testa, ho interpretato per qualche minuto la parte del grande Nicolò, il vero inventore in Italia del nostro mestiere di radio e telecronisti sportivi, sceneggiando in maniera più fedele possibile il provino che sostenne il 1° maggio 1932 negli uffici dell’EIAR (la Rai di allora).

Carosio, allora 25enne, era stato segnalato ai dirigenti dell’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche da Emilio De Martino, il più famoso giornalista sportivo dell’epoca. De Martino, capo della redazione sportiva del Corriere della Sera, aveva scoperto questo singolare giovanotto che, per conto suo, effettuava finte radiocronache di partite ai bordi dello stadio di Venezia o, addirittura (per esercitarsi) nel retrobottega di un negozio di elettrodomestici. Figlio di un palermitano e di una pianista inglese, trascorreva spesso vacanze in Inghilterra e aveva visto che lì, nella patria del football, durante le partite un giornalista ed un ex allenatore commentavano in diretta le fasi di gioco. Cosa che da noi non si faceva. Gli nacque così l’idea di raccontare le partite e, tenace, cominciò a provarci.

Al provino, nella sede di Torino, gli fu chiesto di dare un saggio delle sue capacità improvvisando una radiocronaca sul momento. Scelse di “fare” uno Juventus-Torino. Ed è quello che, in dialogo con un bravo attore in veste di esaminatore, ho fatto sul palcoscenico, dopo aver mandato a memoria i nomi di quelle formazioni del campionato ’31-’32.

Dopo, sfilandomi cappotto e cappello, sono rientrato nei panni del narratore (a me un po’ più congeniali) ricostruendo la storia professionale di Carosio che, pochi giorni dopo quell’esame, fu ingaggiato e, rapidamente, diventò per quasi quarant’anni la voce del Calcio italiano (e non solo del calcio): prima alla Radio, poi alla Televisione.

E’ una cavalcata lungo un arco temporale che abbraccia il fascismo, la guerra, la ricostruzione, la tragedia di Superga, la lenta rinascita della nostra Nazionale, ferita dal vuoto generazionale aperto dalla scomparsa del Grande Torino di capitan Mazzola. Fino ai Mondiali di Messico ’70, quelli di Italia-Germania 4-3 e della finale persa col Brasile di Pelé, quando la carriera di Nicolò Carosio subisce un improvviso e ingiusto stop sotto l’accusa di aver rivolto epiteti razzisti al guardalinee etiope di Italia-Israele (terza, decisiva partita del girone eliminatorio messicano) che aveva fatto annullare due gol azzurri.

Già, ma torniamo all’inizio: come accade che, a un certo punto, mi sia trovato a vestire teatralmente i suoi panni?

A mettere in moto tutto era stato, nel 2008, un bravo e tenace storico-documentatore della TV, Pino Frisoli, che mi sottopose, al termine di una puntata della Domenica Sportiva da me condotta, una sua ricostruzione della storia dello sport in TV, nella quale la vicenda di Carosio occupava una parte non secondaria (né avrebbe potuto essere diversamente, data l’importanza del personaggio). Mi mise in guardia, Frisoli: non c’era traccia nelle registrazioni dell’epoca, di insulti al guardalinee. Eppure la leggenda metropolitana, avallata da tanti presunti testimoni, era che Carosio avesse dato del “negro” se non addirittura del “negraccio” al signor Seyoum Tarekegn, questo il nome del guardalinee etiope di quella fatidica partita.

Cominciammo, insieme, ad approfondire. Anche perché da quella sua accuratissima ricostruzione del rapporto storico fra Sport e Tv in Italia sarebbe nato un libro a doppia firma pubblicato da Rai-Eri, che sarebbe stato adottato da molti studenti di Scienza delle Comunicazioni.

Insomma cominciammo a mettere insieme le tessere, a raccogliere testimonianze dirette (Bruno Pizzul, che nel ’70 era al suo esordio mondiale; il figlio di Nando Martellini, col quale avevo avuto un affettuoso rapporto personale e lavorativo; il leggendario Direttore Generale Rai dell’epoca, Ettore Bernabei). Volevamo capire le vere ragioni per cui, all’improvviso, a Carosio erano state tolte le telecronache azzurre, passate a Martellini; e soprattutto andavamo convincendoci che alla base ci fosse un qualche equivoco.

Le instancabili ricerche d’archivio di Frisoli, che hanno incrociato giornali e reperti radio e tv dell’epoca, sommate alle testimonianze dirette ci hanno consegnato la soluzione del giallo. Come indicato chiaramente, infatti, sia da un articolo di Enzo Tortora (che aveva il dente avvelenato col d.g. Bernabei che lo aveva cacciato su due piedi dalla conduzione della D.S. per un’intervista polemica rilasciata al settimanale “Oggi”), sia da una lettera all’Unità del famoso attore e drammaturgo Carmelo Bene, Carosio aveva al massimo definito “etiope” (anche se un po’ stizzito) il signor Tarekegn mentre venivano segnalate espressioni inopportune pronunciate non in TV ma alla Radio. In particolare, Bene si scagliava contro la frase “E’ stata, si può dire, la vendetta del Negus” detta nel dopo partita alla Radio, sollecitando l’intervento dell’ambasciata etiope contro questo da lui definito “rigurgito di colonialismo”.

E probabilmente l’ambasciata etiope si fece sentire, protestando con la Rai ma, altrettanto probabilmente, confondendo mezzi e persone. Non Carosio ma chi, allora? L’inarrestabile Frisoli un giorno di tre o quattro anni fa mi invia un file audio della tribuna stampa radio di quella partita. In essa, Antonio Ghirelli, allora direttore del Corriere dello Sport e, successivamente, portavoce del Presidente Pertini al Quirinale e poi direttore del TG2, dice due volte: “Se vogliamo scherzare, dobbiamo dire che è stata la vendetta del Negus”.

In quel file d’epoca c’era, dunque, la pistola fumante. Ma non era stato Carosio a premere il grilletto.

E’ così che è nata l’idea, realizzata grazie alla collaborazione di un bravissimo regista di Parma, Marco Caronna, di travasare il tutto in uno spettacolo teatrale che non è solo un monologo ma anche un dialogo e contiene documenti audio e documenti video. Che raccontano la storia straordinaria e malinconica del capostipite di tutti noi radio-telecronisti italiani. Alle cui parole, al cui talento, tutti noi dobbiamo tanto. E infatti, teatralmente, il sipario cala sulle note struggenti di “Non dimenticar le mie parole”. Per non dimenticare un grande professionista.

Massimo De Luca


DA "DOMENICA SPORT" DEL 4 SETTEMBRE 2016



Nicolò Carosio: la verità definitiva su cosa accadde dopo Italia-Israele nel 1970

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La presentazione di Massimo De Luca del libro "Sport in Tv" fatta con Alessandra De Stefano su Rai Sport 2



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Ecco il sommario del libro "Sport in Tv". Il nome tra parentesi significa che il paragrafo è stato scritto da Massimo De Luca.

Prefazione (Massimo De Luca)
Introduzione

Gli anni del bianco e nero

Prima della televisione
Gli inizi
Il Bologna, prima squadra di calcio italiana ospite in Tv
Carosio, nascita di una leggenda (Massimo De Luca)
Juventus-Milan, la prima partita in Tv
Telecronisti: dai Maestri agli urlatori (Massimo De Luca)
Nasce "La Domenica Sportiva"
Le mille vite della "Domenica Sportiva" (Massimo De Luca)
Italia-Cecoslovacchia, l'Eurovisione e i Mondiali
Calcio in Tv, prime polemiche
Milano-Sanremo, ultimi 300 metri in diretta
Gronchi in ritardo a Monza
I primi anticipi televisivi
Cortina e la caduta di Caroli
Italia-Brasile, la Tv sportiva entra nei cinema
Il Tour de France finalmente in eurovisione
Norrkoeping-Fiorentina, prima diretta Rai di coppe europee
La sintesi della domenica e la nascita di "Tutto il calcio minuto per minuto"
L'Olimpiade di Roma
Il "Processo alla tappa"
Il "Processo alla tappa": un'epopea firmata Zavoli (Massimo De Luca)
Finalmente la mondovisione
Lazio-Juventus, la prima polemica della moviola
Italia-Cipro, arriva il replay
Italia-Bulgaria, il primo sciopero "azzurro" della Rai
Benvenuti-Rodriguez, una diretta molto costosa
Carosio e il guardalinee etiope
La vera storia di Carosio e del guardalinee etiope (Massimo De Luca)
Arriva "90° minuto"

Dal colore alla fine del monopolio

Arriva il colore, ma solo all'estero
Inter-Borussia Moenchengladbach, ci guadagna anche il Bologna
Babelis, la Tv del Rimini
Monaco '72, l'illusione del colore
La partita a telecamere fisse
La Tv svizzera italiana, prima alternativa alla Rai
Capodistria, la prima Tv tematica sportiva
Telemontecarlo, da "Puntosport" a "Galagoal"
Il ministro Togni vieta i Mondiali a colori
Il maxischermo del Palalido
Majorca e le prime imprecazioni in diretta Tv
La domenica del silenzio e la telecronaca quasi muta
"Tutto il calcio minuto per minuto" approda in Tv
Montreal 1976, torna il colore
Italia-Inghilterra e la diretta negata
Vietato giocare di notte in novembre (Massimo De Luca)
Finale Coppa Davis, il no alla telecronaca del Tg2
Coppa Davis 1976, un'emozione rovinata (Massimo De Luca)
Genoa-Torino, anche il campionato è a colori
"Diretta sport", i gol nell'intervallo
"Eurogol", rassegna dei gol delle coppe europee
Perletto, l'uomo che vinse due volte
La replica di Italia-Germania Ovest 4-3 lancia la Rete Tre
Lo sport delle Tv locali
Arriva "Il processo del lunedì"
Inter-Real Madrid, niente diretta per rispetto del pubblico pagante

Molte Tv, molto sport

Mundialito in Uruguay: fine del monopolio Rai
Assalto ai diritti del campionato
Il Mundialito di Berlusconi e la censura Rai
Canale 5 prende i diritti delle coppe e ci prova con l'Olimpiade
Italia-Germania Ovest 3-1, record assoluto di telespettatori
"Tuttocoppe minuto per minuto" arriva in Tv
Coppa Intercontinentale, diretta solo in Lombardia
"Tutto il calcio minuto per minuto", la Tv entra in studio
Il debito del calcio verso la radio (Massimo De Luca)
Real Madrid-Napoli tra Berlusconi, Odeon e Rai
Tomba irrompe a Sanremo
Jugoslavia-Italia, la prima telecronaca muta
Milan-Steaua, la Rai salva la diretta dallo sciopero
Con la Gialappa's Band si ride del calcio
Anche Berlusconi ha la diretta
Scozia-Italia tra Rai e Tele+
Il Giro d'Italia lascia la Rai
"Operazione Entebbe". Nasce il Giro d'Italia 1 (Massimo De Luca)
Il campionato va sulla pay Tv
"Quelli che il calcio...", da Fazio alla Ventura
Ungheria-Italia, la Nazionale solo su Canale 5
Arriva anche la pay-per-view
La Rai si riprende la Serie A
Mediaset e il campionato: incontrarsi e dirsi addio (Massimo De Luca)
La Serie A sulla Tv svizzera italiana, ma solo per due partite
Mondiali e Olimpiadi tra Rai e Sky

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