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La Televisione della Svizzera Italiana compie 50 anni. E' nata infatti il 18 giugno 1958. Protagonista di quella prima storica serata e delle fasi immediatamente successive fu un piccolo gruppo composto da Franco Marazzi, responsabile, Marco Blaser, Dario Bertoni, Rinaldo Giambonini, Enzo Regusci, Giovanni Mozzanico e Caterina Bauen. Zurigo fu la sede della TSI per i primi tre anni poi, nel 1961, il trasferimento a Lugano, nella vecchia rimessa dei tram di Paradiso.
E' una ricorrenza che merita di essere ricordata, perché la Televisione della Svizzera Italiana ha avuto una grande popolarità in Italia negli anni Settanta e ha introdotto il colore molto prima della Rai, ufficialmente già dal 1° ottobre 1968. Per la Tsi hanno lavorato, solo per fare qualche nome, Mike Bongiorno ("Personaggi in fiera", primo quiz a colori del grande Mike nel 1975), Corrado ("Un'ora per voi"), Enzo Tortora ("Identiquiz", "I cari bugiardi"), Mina ("Il calderone", primo quiz a colori della Tsi nel 1970).
Tanto anche lo sport. Giuseppe Albertini, il telecronista più conosciuto, ha lavorato anche con la Rai e in seguito con Canale 5, dove ha commentato il Mundialito in Uruguay e la finale di Coppa Intercontinentale Juventus-Argentinos Juniors, ma bisogna ricordare anche Tiziano Colotti (calcio, anch'egli come Giuseppe Albertini fece alcune telecronache per Canale 5 come il Mundialito del 1983), Gianni Bolzani (tennis), Bruno Rezzonico (tennis e basket), Giampaolo Foletti (Formula 1 e motori), Ezio Guidi (conduttore, tra l’altro, di «Giochi senza frontiere»), Libàno Zanolari (atletica), e Sergio Ostinelli (calcio), questi ultimi tre ancora attivi. Oltre al calcio svizzero e a qualche immagine di calcio tedesco e inglese, il mercoledì c'era il trionfo del calcio internazionale con le coppe europee, soprattutto nelle fasi finali. La Rai non poteva mostrare nemmeno le partite delle italiane, mentre sulla Tsi, ad esempio, si poteva seguire in diretta, nel marzo 1973, andata e ritorno di Ajax-Bayern, grande sfida tra le squadre che dal 1971 al 1976 domineranno l’Europa trascinate dagli assi Cruijff e Beckenbauer. Immancabile, poi, in un sabato pomeriggio di maggio, la finale di Coppa d’Inghilterra, evento totalmente ignorato dalla Rai. E per il ciclismo tutto il Tour de France, la Formula 1 e tanto, tanto hockey su ghiaccio, popolarissimo in Svizzera. Poi, a fine anni Settanta, con la crescita delle tv locali in Italia, pian piano la Tsi è tornata nei suoi confini lasciando tanti bei ricordi e tanti rimpianti. Siamo in tanti a rivolere un suo ritorno nei confini italiani.
Oggi i due canali Tsi1 e Tsi2 hanno una programmazione di qualità, senza reality e altra spazzatura televisiva e sullo sport posso dire che i loro telecronisti sono molto bravi e competenti, come riconosciuto anche da autorevoli colleghi, senza ricorrere a quelle fastidiose urla che hanno reso famosi alcuni telecronisti di pay-tv. Oltre ai già citati Sergio Ostinelli e Libàno Zanolari, il calcio è affidato ad Armando Ceroni e Aramis Dozio.
Anche le loro rubriche sportive sono piacevoli da seguire, come la "Domenica sportiva" e gli speciali Champions League. Spiace che il pubblico italiano non possa apprezzare queste produzioni così ben realizzate.
Vi segnalo, sul sito Storiaradiotv.it, l'intervista rilasciata nel marzo 1973 da Marco Blaser, all'epoca vicedirettore della Tsi, a Gigi Vesigna per "Tv Sorrisi e canzoni".
In questo filmato del 1976, sempre Marco Blaser presenta Mina nella sua ultima uscita come ospite in Tv. Una curiosità che ho appreso dallo stesso Marco Blaser: Mina non è a Roma, come annunciato, ma negli studi televisivi della Tsi, a poche centinaia di metri dal Palacongressi di Lugano dove si teneva la serata.
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1 commento:
Quanti ricordi! Su tutti l'appuntamento annuale con la finale di Coppa d'Inghilterra. Immagini in bianco e nero. leggermente sfocate, la presentazione ufficiale delle squadre alla Regina o al Duca di Kent, il prato perfetto del vecchio Imperial Stadium di Wembley e il pallone tutto bianco.
Tra i telecronisti vale la pena ricordare anche Arnaldo Cremonesi, voce inconfondibile degli anni del boom del basket ticinese. Accento terrificante, ma competente e appassionato, le sue telecronache trasformavano la palestra della Gerra nel Madison.
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