lunedì 18 agosto 2008

L'intervista a Fabio Ravezzani



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Vi propongo le interviste che ho realizzato nei mesi scorsi, per il sito Storiaradiotv.it, a Fabio Ravezzani, Sandro Piccinini e Franco Ordine. Comincio con quella a Fabio Ravezzani.


Fabio Ravezzani dal 2004 è il direttore responsabile delle redazioni sportive di Telelombardia e Antenna 3 e conduttore di "Qui studio a voi stadio" e "Lunedì di rigore", due tra le più seguite trasmissioni sportive della Lombardia.

Come hai cominciato?
Ho iniziato a Torino facendo radiocronache per Radio 195, Radio Veronica e Radio ABC, mentre in televisione il mio esordio è stato su Televox. Nel 1983 sono passato a Quartarete Tv dove sono rimasto fino al 1988 e dove ho condotto la trasmissione "Tifo contro tifo". In seguito ho lavorato due anni a GRP per tornare nel 1990 a Quarta Rete.

Da che anno conduci "Qui studio a voi stadio"?
Dal 1999, dopo un anno come opinionista e nel 2000 sono diventato responsabile della redazione sportiva, carica che ho ricoperto la stagione successiva ad Antenna 3, che ancora non faceva parte dello stesso gruppo. Ad Antenna 3 gli ascolti andarono così bene che dopo un anno venni subito richiamato a Telelombardia.

Qual è stata la soddisfazione professionale più bella?
La trasmissione in diretta e in esclusiva di Inter-Sporting Lisbona, ritorno del terzo turno preliminare di Champions League nell’agosto del 2002. E’ stata l’unica volta nella quale Rai e Mediaset sono state superate negli ascolti da un’altra emittente secondo i dati Auditel. La Rai tergiversava nell’acquisto dei diritti, così ci siamo inseriti noi. Ci è andata bene perché all’andata finì 0-0 e questo ha reso più interessante la partita, vinta 2-0 dall’Inter. Siamo riusciti a creare un prodotto giornalistico di alto livello, al punto da ricevere i complimenti di Aldo Grasso e di Michele Santoro, che mi ha anche mandato un fax che conservo con grande piacere.

Nella scorsa stagione televisiva, nella trasmissione "Lunedì di rigore", avete avuto ospite fisso Luciano Moggi. Questo vi ha creato problemi?
Sì, ci ha creato enormi problemi anche se abbiamo avuto un grande salto di audience. Non era facile ospitare Moggi allora, mentre oggi non fa più scandalo. E’ stata una scommessa non solo in termini di audience, ma ci sembrava giusto dargli voce e contestarlo al tempo stesso. Abbiamo avuto intimidazioni di vario genere e mi sono chiesto se continuare o meno, anche per salvaguardare l’incolumità dei mie collaboratori. Con Moggi abbiamo cercato di capire qualcosa di più su Calciopoli, non era solo lui l’uomo dello scandalo. Oggi però questa storia dobbiamo lasciarcela alle spalle, adesso vogliamo tornare a parlare di calcio.

Come mai avete deciso di andare in concorrenza con una trasmissione storica come "Il processo di Biscardi"?
In realtà quando Biscardi ha rotto con La7 avevamo pensato di portarlo da noi, ma sarebbe costato molto. A quel punto, visto che non potevamo prenderlo, abbiamo pensato di fare una trasmissione da soli e i risultati ci hanno dato ragione. In Lombardia “Lunedì di rigore” fa il doppio-triplo degli ascolti di Biscardi, con una media regionale di 70.000 spettatori contro i 30-35.000 del "Processo".

A proposito di Biscardi, lei è stato anche l’esperto di calciomercato per alcune edizioni del "Processo".
Sì, sono arrivato al posto di Maurizio Mosca quasi per caso nel 2003 e molte notizie che abbiamo dato si sono poi rivelate giuste. Biscardi era molto dispiaciuto quando me ne sono andato per mettermi in concorrenza con lui e ha cercato in tutti i modi di trattenermi. E’ un’ottima persona e un grande professionista, un vero "animale" di Tv.

Non sono un po’ troppo accese qualche volta le discussioni nelle vostre trasmissioni?
Oltre il numero 7 del telecomando, quello delle emittenti nazionali, la gente si aspetta un linguaggio diverso, più spontaneità, allegria, trasmissioni più vivaci, ma sempre evitando l’aggressività. La trasmissione deve restare entro certi argini, ricordando sempre che stiamo parlando di un gioco.

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