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Abbiamo avuto il piacere e l'onore di raccontare la nostra attività di ricercatori negli archivi Rai nel numero del 6 maggio 2022 della Newsletter Rai, dal responsabile Valerio Iafrate, tra un articolo su Raimondo Vianello e uno su Fabio Fazio. Di seguito i link della Newsletter Rai e l'articolo completo.
Newsletter Rai del 6 maggio 2022
I segreti di un archivista, da Newsletter Rai del 6 maggio 2022
I segreti di un archivista
Per un appassionato di storia della televisione come me, la possibilità di “scavare” negli archivi Rai alla ricerca di “perle” nascoste è una magnifica opportunità. Non è un lavoro semplice e la tecnica di ricerca si affina con gli anni. La ricerca si svolge sul catalogo multimediale Rai e ogni contributo, trasmissioni intere o servizi, è indicato da “identificatore di teca” e da un “numero di supporto”, composto da dieci cifre fondamentale per ottenere il riversamento del materiale ricercato. A volte infatti alcune trasmissioni hanno solo l’identificatore di teca e questo non permette di recuperare la cassetta.
Il catalogo Rai però non è l’unica fonte di informazioni, perché la descrizione dei contenuti è spesso molto superficiale e molti contenuti non sono indicati. Per questo è di grande aiuto la consultazione dei palinsesti del Radiocorriere e, ancora di più per lo sport, quella dell’archivio storico dei quotidiani. In passato infatti spesso alcune trasmissioni in diretta, in particolare delle coppe europee di calcio, venivano comunicate solo a poche ore di distanza dall’evento per cui soltanto nelle pagine sportive è possibile trovare i riferimenti su quanto è stato effettivamente trasmesso.
Per esempio, nel caso di programmi come “Diretta sport” e “Mercoledì sport” il catalogo quasi mai indica i contenuti e solo i quotidiani riportano gli eventi trasmessi. C’è poi anche del materiale Rai conservato negli archivi delle altre Tv pubbliche d’Europa che lo hanno ottenuto grazie agli scambi con l’Eurovisione. Questo materiale, di fondamentale importanza, in Rai è disponibile solo dal 14 marzo 1977 e mi ha permesso negli anni scorsi, per esempio, di recuperare immagini che si pensavano perse. Per il periodo precedente, invece, è determinante rivolgersi agli archivi delle Tv estere. Recentemente, per esempio, dagli olandesi di NOS Sport sono riuscito ad ottenere cinque brevi sintesi di tappe dei Giri d’Italia 1974 e 1975 con telecronaca Rai che non risultano conservati e tanto altro va recuperato a partire dai nostri vicini della Tv della Svizzera italiana che hanno condiviso con noi tanti anni di telecronache sportive.
Il periodo più interessante per la ricerca storica televisiva, almeno per me, è quello che va dal 1976 ai primi anni ’80. E’ il periodo del passaggio della Rai dal bianco e nero al colore e molti italiani in quegli anni videro queste trasmissioni solo in bianco e nero, non essendo ancora muniti del Tv color, per cui oggi tanti di noi hanno la possibilità di vedere questi programmi per la prima volta a colori. C’è poi il periodo che va da fine anni ’60 al 1976, quando la Rai trasmetteva in bianco e nero, ma produceva a colori per l’Eurovisione e la mondovisione i grandi eventi sportivi o spettacoli come “Giochi senza frontiere”. Alcune di queste produzioni sono state conservate negli archivi Rai ed è bellissimo recuperare questi eventi e poterli proporre per la prima volta a colori anche per l’Italia. E’ una lavoro che può dare risultati ancora più straordinari con la collaborazione degli archivi delle altre Tv pubbliche d’Europa, come ho già accennato a proposito dei contributi dell’Eurovisione, che avevano introdotto il colore già dalla fine degli anni ’60. E’ un’emozione meravigliosa vedere per la prima volta a colori eventi che gli italiani hanno visto solo in bianco e nero e in sede di montaggio è straordinario vedere la differenza che c’è tra la stessa immagine in bianco e nero e a colori. E’ un patrimonio che penso sia doveroso recuperare per la Rai. Purtroppo ci sono anche numerosi problemi con i formati delle cassette. La Rai ha ancora migliaia di cassette in formato bvu e pellicole che devono ancora essere riversate e digitalizzate che nascondono un patrimonio straordinario ancora sconosciuto, in particolare per quello che riguarda proprio gli avvenimenti sportivi. Quello che vediamo è solo una piccola parte, c’è ancora un’enorme quantità ancora tutta da scoprire.
Una delle soddisfazioni più belle, per un appassionato ricercatore come me, è riportare in superficie immagini che non si sapeva di avere. Per esempio, proprio in questi giorni dal riversamento da emesso della Domenica Sportiva del 5 febbraio 1978 ho scoperto che Indro Montanelli aveva fatto un servizio sulla Fiorentina letto da uno speaker, Alfredo Danti, come si usava all’epoca. Sul catalogo Rai non ci sono indicazioni in merito, è solo visibile il grezzo del servizio in pellicola senza nominativo dell’autore del servizio. Lo speaker tra l’altro parla con accento fiorentino, con evidente riferimento a Montanelli, ma senza la visione del lancio in studio presente nell’emesso è ovviamente incomprensibile capire la ragione di questa parlata da parte dello speaker. A questo proposito devo dire che è fondamentale il recupero degli emessi, che sono le registrazioni di quello che andava in onda e che comprendono dunque anche gli annunci e le pubblicità dell’epoca, oltre alle sigle delle trasmissioni e agli studi. La Domenica Sportiva, solo per fare un esempio, delle annate 1977/78 e 1978/79 è ancora in gran parte tutta da scoprire, ma è così anche per le altre rubriche sportive come Domenica sprint, 90° minuto, Sportsera, Eurogol e Dribbling. Ci sono ospiti di grande prestigio in queste trasmissioni ed è uno spettacolo poterli rivedere dopo tanti anni: spesso sono anche delle vere e proprie lezioni di giornalismo televisivo che dovrebbero essere studiate dalle nuove generazioni.
Devo dire che tante volte mi emoziono nel rivedere dopo tanti anni programmi che erano rimasti nella mia memoria di bambino. E’ un po’ come fare un viaggio nel tempo che si realizza solo lasciando completa la trasmissione che si recupera e non proponendone solo degli spezzoni, anche se a volte è necessario intervenire in sede di montaggio perché purtroppo qualche volta non tutto il materiale recuperato è di qualità trasmettibile, deteriorato a causa del pessimo stato di conservazione. Negli anni passati non c’era infatti l’interesse che c’è oggi per la storia della televisione. Insomma, penso di poter dire che siamo solo all’inizio e di tesori da scoprire ce ne sono ancora tanti.
Clicca per ascoltare la sigla del cartone animato del 1976 "Il conte di Montecristo", per la prima volta dopo tanti anni.
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