mercoledì 22 luglio 2009

Il 22 luglio 1939 la prima trasmissione Tv in Italia

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Potrebbe passare inosservata e invece è una data di grande importanza per la storia della Tv italiana. Il 22 luglio 1939, dunque esattamente 70 anni fa, dopo due mesi di test preparatori iniziati il 25 maggio, vengono inaugurati dallo studio di via Asiago in Roma i programmi televisivi sperimentali dell’Eiar, con due ore, successivamente portate a quattro, di trasmissioni quotidiane a mezzo di telecamera Fernseh. Lo standard è quello tedesco a 441 linee, con 21-42 immagini al secondo, il trasmettitore è quello di Roma-Monte Mario. La trasmissione iniziale comprende canzoni e numeri comico-musicali eseguiti da noti artisti, tra cui Macario, Aldo Fabrizi, Nunzio Filogamo, Odoardo Spadaro e Nanda Primavera. Lidia Pasqualini, attrice scelta per le sue qualità telegeniche, ha il compito degli annunci. In pratica, è nata la Tv di Mussolini. C’è infatti un vero e proprio palinsesto, con produzione di varietà e originali televisivi, mentre sul «Radiocorriere» apparivano i programmi e persino le pubblicità dei primi apparecchi televisivi. Tra gli altri, viene scritturato anche Nicolò Carosio, popolarissimo radiocronista sportivo che aveva raccontato agli italiani i trionfi della Nazionale ai Mondiali di calcio del 1934 e del 1938. Le trasmissioni sono visibili solo a Roma per pochi intimi, in pratica Mussolini e qualche gerarca, ma per far conoscere al pubblico il nuovo mezzo di comunicazione, televisori Fernseh e Safar vengono montati in un padiglione allestito al Circo Massimo e in vetrine di negozi cittadini di via Nazionale e via del Corso. Anche il Vaticano, per quanto i progressi italiani dal punto di vista della Tv non siano neppure paragonabili a quelli tedeschi o statunitensi, ha prontamente intuito l'importanza dello schermo televisivo e papa Pio XII fa subito installare un proprio televisore nel suo studio privato. Minacce di guerra però si addensano anche sull’Italia e così, il 31 maggio 1940, cessano le trasmissioni sperimentali televisive sia a Roma che a Milano, che dal 16 settembre aveva dato inizio ai suoi programmi, poiché la frequenza di trasmissione Tv avrebbe potuto interferire con le emissioni dell’impianto Telefunken di atterraggio teleguidato degli aerei negli aeroporti di Roma-Ciampino e Milano-Linate. È la fine della Tv di Mussolini, irrimediabilmente interrotta dallo scoppio del conflitto bellico, che impone in tutti i Paesi la sospensione della produzione tecnologica "d'intrattenimento" a favore dell'industria bellica e blocca, almeno per qualche anno, il bel sogno della visione a distanza. In Italia, la Tv ricomincia l’11 settembre 1949, dunque 60 anni fa, altro anniversario importante che ricorre quest'anno, quando, in occasione della I Esposizione Internazionale della Televisione di Milano, hanno inizio le trasmissioni sperimentali da Torino e da Milano con lo standard di 625 linee. Due mesi prima, il 10 luglio, erano entrati in funzione il primo trasmettitore televisivo a Torino-Eremo e il relativo studio di ripresa nell’edificio Rai di via Montebello, allo scopo di effettuare prove per la ricerca dello standard. Il 3 gennaio 1954, lo ricordo, non è stata altro che una tappa importante nella storia della Tv italiana, ma non la prima visto che la Tv anche nel nostro Paese esisteva già da tempo, come disse anche Salvino Sernesi, in quegli anni direttore generale della Rai.

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