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Ascolta lo spot del libro "La Tv per sport" con musica di "Eurogol".
Ecco la recensione che Aldo Grasso ha scritto sul mio libro "La Tv per sport" pubblicata sul "Corriere della sera".
Dal bianco e nero al satellite: e lo sport cambiò per sempre
Di che sport parliamo quando parliamo di sport? Da tempo lo sport (il calcio, in particolare) è diventato un' altra cosa. E quest' altra cosa, per usare la felice espressione del patron della Formula 1 Bernie Ecclestone, è che il calcio non è più sport ma entertainment. Lo sport è spettacolo da quando la tv l' ha inglobato svuotandolo a poco a poco dei suoi significati tradizionali, del suo immaginario storico.La tv tenta continuamente di inghiottire corpi estranei e farli suoi. L' evento sportivo per raggiungere la piena televisività dev' essere sfrangiato da una tecnologia che originariamente non gli pertiene. I replay, i ralenti, le sovrimpressioni, il moltiplicarsi dei punti di vista, le telecronache a due, le moviole (interventi che sostanzialmente non sono necessari) servono soprattutto al mezzo televisivo per decretare la sua raggiunta normalizzazione. Una bella storia dello sport in tv è quella scritta da Pino Frisoli, «La tv per sport» (Edizioni Tracce, 144 pagine, 10 euro): una lunga «carrellata» che parte dai primordi della tv, quando nel 1950 s' intravedono le prime riprese esterne di Juventus-Milan, telecronista Carlo Bacarelli, e arriva alla pay per view, un modo per staccare il biglietto dello stadio virtuale senza muoversi da casa. In mezzo, una miriade di ricordi puntigliosamente ricostruiti dall' autore: dall' Olimpiade invernale di Cortina del 1956 (in diretta si assiste al ruzzolone dell' ultimo tedoforo, il pattinatore milanese Guido Caroli) alla nascita della prima moviola, 22 ottobre 1967, usata per capire se un gol di Rivera fosse entrato in porta o no; dal Mundialito in Uruguay, gennaio 1981, che sancisce la nascita ufficiale di Canale 5, al Giro d' Italia che per un breve periodo, dal 1993 al '95, lascia la Rai per approdare a Segrate, all' avvento di Sky. Frisoli racconta con perizia, non azzarda teorie e, beato lui, non mostra di temere uno slittamento di genere, che cioè lo sport abbandoni il suo territorio di nascita per approdare solo allo show business.
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pinofrisoli@yahoo.it VISTO CHE ORMAI E' RIMASTA SOLO UNA DECINA DI LIBRI E NON E' PREVISTA UNA RISTAMPA, DUNQUE BISOGNA AFFRETTARSI PER AVERE ANCORA QUALCHE COPIA.
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Il video della presentazione di Roma con Gianfranco De Laurentiis e Giorgio Martino.
pino frisoli,
RispondiEliminaTi ricordi una diretta tv di atletica del 1991, i Giochi Jonici da Siderno (RC) ?
No, questa proprio non la ricordo.
RispondiEliminaPino Frisoli, come finirà la vicenda dei diritti tv delle olimpiadi 2010 e 2012, finiranno alla Rai o si inserirà Mediaset ?
RispondiEliminaI diritti delle Olimpiadi 2010 e 2012 dovrebbero finire alla Rai. Penso si possa escludere un inserimento di Mediaset.
RispondiEliminaPino Frisoli, è vero che gli ascolti de La Domenica Sportiva sono calati dai 10 milioni del 1982 a 1 milione di quest'anno ?
RispondiEliminaE' vero e non c'è da sorprendersi che gli ascolti della Domenica sportiva siano calati così tanto dal 1982 a oggi. In quell'anno, prima della Ds, i gol si potevano vedere solo a "90° minuto", "Gol flash" e nei Tg e non c'era concorrenza su altre reti. Oggi, alle 22.35 orario d'inizio della trasmissione, tutti i gol sono stati trasmessi più volte da pay-tv, digitale terrestre e c'è anche la concorrenza di "Controcampo" sulle reti Mediaset.
RispondiEliminaMi permetto, nel mio piccolo, di aggiungere la mia di recensione.
RispondiElimina“La Tv per sport” di Pino Frisoli è il libro che da sempre cercavo. Anche perché coniuga due mie passioni: lo sport e la storia della televisione. E lo fa davvero a regola d'arte. Anzi, mentre lo leggevo, pensavo: è così bello e azzeccato che sembra l'abbia scritto io.
Scritto con un italiano semplice ma corretto, con stile asciutto ma non asettico, diviso in brevi e snelli capitoletti, il libro ripercorre le vere tappe fondamentali dell’evoluzione del racconto televisivo dello sport: dai numeri sperimentali della “Domenica sportiva” alle prime telecronache a colori, dalle curiose e irritanti decisioni dei funzionari Rai alla spregiudicatezza dei neonati network.
E lo fa, come fanno solo i libri realizzati con passione, soffermandosi soprattutto sugli episodi meno conosciuti, ma per questo più interessanti. Pertanto anche chi ha sul groppone decenni di tele-visioni sportive, rimarrà incuriosito ed affascinato dalla scoperta di vere e proprie “gemme” di storia della tv (il primo “Tutto il calcio” televisivo, gli anticipi televisivi di campionato negli anni ’50, l’arrivo di Perletto al Giro di Toscana ricostruito apposta per le riprese televisive), assolutamente ignorate da altri tomi, anche rinomati, sull’argomento.
Il lavoro di Frisoli, maniacale nella sua precisione (dote assai apprezzata da chi come me, sia pur a livello amatoriale, è uno storico della tv), si basa su quella miniera d’oro che sono le copie di giornali e settimanali d’epoca, molto più interessanti di saggi e tesi di laurea perché raccontano i fatti con il calore e la schiettezza dell’attualità.
Ed è proprio questa la sensazione che si ha leggendo “La Tv per sport”: l’immersione in un presente storico, una cavalcata di un paio d’ore (si rischia di leggerlo tutto d’un fiato, come è successo a me) che ci fa capire quanto sportivi, giornalisti e telespettatori siano cambiati in quasi sessant’anni di sport vissuto e raccontato davanti e dentro il video.