Dove acquistare "La Tv per sport".
Ascolta lo spot del libro "La Tv per sport" con musica di "Eurogol".
Una delle più belle recensioni sul libro "La Tv per sport" è stata scritta nei mesi scorsi da Piergiorgio Baroni sul "Corriere del Ticino", il quotidiano più venduto nel cantone svizzero di lingua italiana. Ecco il contenuto:
“La Tv per sport”: oltre mezzo secolo di immagini e parole
Qualcuno doveva pensarci, perché sull’area italofona questo genere di ricerca non era mai stata fatta: l’autore si chiama Pino Frisoli e il libro “La Tv per sport” (Edizioni Tracce), che rifà un percorso di oltre mezzo secolo di immagini e parole, con la centralità delle emittenti italiane (statali e non) ma anche con escursioni fuori dai confini, primariamente verso Tele Capodistria e Televisione della Svizzera Italiana, dunque la nostra TSI. Il perché è subito detto: una sinergia di lunga data, nei tempi in cui Nicolò Carosio e Giuseppe Albertini si alternavano, con altri cronisti, ai microfoni della Tv italiana per dare sostanza alle (spesso tremolanti) riprese in bianco e nero. La generazione del vostro vecchio scriba (i figli della guerra, nati attorno al 1940) si ricorda benissimo delle iniziali apparizioni del piccolo schermo, visibile soltanto nelle case “dei sciuri” (e si portavano anche le sedie, per star comodi) o in alcuni ristoranti: ai ragazzi veniva concesso soltanto di sedersi (sdraiarsi) proprio sotto l’allora fantastico, incredibile elettrodomestico.
Così ci fu concesso di essere "presenti" a Losanna (“mondiali” del 1954, quando la Svizzera superò l’Italia per 2-1) e poi a Basilea (4-1, una vittoria storica). Ma gli albori dello sport calcistico televisivo, ci informa Frisoli, risalgono allo storico Juventus-Milan (5 febbraio 1950, emissione sperimentale, ripresa con tre telecamere) al microfono Carlo Bacarelli. Il 3 gennaio 1954 la Tv italiana decollava ufficialmente. Per diversi lustri quest’ultima e la TSI, nello sport, hanno avuto molte occasioni di contatto, anche perché il “segnale” della TSI arrivava ben profondo nello stivale. Così, da Fino Mornasco a Canicattì, molte voci “nostrane” sono diventate familiari agli italici utenti, come quelle di Tiziano Colotti, Ezio Guidi, Gianni Bolzani, Marco Blaser, Libàno Zanolari e Giampaolo Foletti. Una nota di ulteriore merito a Giuseppe Albertini, al quale si
riconosceva, nello stivale, non solo una alta competenza nello sport (sarà ingaggiato più tardi anche da Fininvest, nella fase di espansione dell’imprenditore Berlusconi, poi passato alla politica), ma anche una proprietà nell’utilizzare la lingua di Dante da far invidia perfino a cronisti affermati della penisola.
Così il libro di Pino Frisoli travalica la linea di confine, del resto molto aleatoria in quanto trasmissioni come “Eurogol”, “Domenica sportiva”, “90°minuto”, “Mai dire gol” e (ahinoi!) “Il processo di Biscardi” hanno avuto e hanno un indice di ascolto molto alto da Airolo a Chiasso e (per quanto concerne gli italofoni, in grado di sintonizzarsi) pure oltre San Gottardo.
Sull’arco del mezzo secolo l’evoluzione tecnica è lì da vedere: l’avvento del colore, del maxischermo, delle riprese al rallentatore, la moviola, l'occhio di falco. Il ciclismo vissuto non solo “nel passaggio” dei corridori, ma persino in prima linea, grazie alle telecamere mobili e alle riprese dalle motociclette. C’è stato poi un altro genere di evoluzione-involuzione, con le sponsorizzazioni, i diritti televisivi, le pay-television, campionati nazionali, di livello europeo e “mondiali” che muovono (sul filo delle riprese) milioni di euro.
Saremo inguaribili nostalgici, ma il cuore delle “vecchie generazioni” è sempre legato (e il libro di Frisoli ne è una testimonianza cartacea) alle prime e tremolanti immagini: più che cogliere, bisognava intuire il gesto tecnico di Vonlanthen, Hügi II, più tardi (siamo al 1958) di Pelè e di Garrincha, forse l’estrema più geniale mai vista all’opera sui campi di calcio. L’emozione era forte, perché gli orizzonti si allargavano, gli stadi ticinesi (da Cornaredo ai vari “comunali”) non erano più le università della disciplina. In bianco e nero arrivavano anche i match di boxe, l’atletica (i 200 metri di Livio Berruti alle Olimpiadi di Roma nel 1960), mentre ormai ogni focolare, ogni casa, si dotava del mezzo mediatico che consentiva, accanto alla radio, di aprire finestre non solo sportive al di là dei confini locali e regionali.
E allora un grande grazie a Frisoli (che recentemente ha risposto, anche con senso autoironico, alle domande del collega Antonio Bolzani, poste nell’ambito della sua rubrica radiofonica) che ha fatto luce sulla memoria e tracciato orizzonti, alcuni dei quali (anche nello sport) non propriamente rassicuranti. Ma, come dicono i francesi “il faut vivre avec”.
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Pino Frisoli, in una puntata della "La Domenica Sportiva" del 23 novemnbre del 1980, Claudio Icardi in un servizio sul Gran Premio delle Nazioni di Trotto a Milano, fece un memorabile strafalcione sbagliando il nome della corsa in "Camillo Nazioni".
RispondiEliminaTu te la ricordi quel servizio ?
Non lo ricordo però ne ho sentito parlare.
RispondiEliminaVisto che Albertini viene citato in questa bella recensione, vale la pena dire che quella di Giuseppe Albertini è stata, e rimane, una delle voci più belle in ambito sportivo. Calda, vellutata, senza sbavature dialettali, mai fastidiosa anche quando saliva di tono per raccontare qualche momento particolarmente emozionante dell'avvenimento. Personalmente la metterei sul gradino più alto a pari merito con quella di Nicolò Carosio, che con il pasare degli anni è stato smitizzato e criticato per i suoi non pochi difetti, ma cui bisogna almeno riconoscere una "quallità vocale" staordinaria.
RispondiEliminaNella Domenica Sportiva 1980-81 assieme a Tito Stagno alla conduzione davanti all' pubblico quali giornalisti si alternarono puntata per puntata ?
RispondiEliminaPer AleJonica: nel 1980/81, quando tornò il pubblico in studio, con Tito Stagno si alternarono alla conduzione Adriano De Zan, Beppe Viola, Giampiero Galeazzi e Paolo Rosi.
RispondiEliminaPer Kalz: confermo il tuo giudizio su Giuseppe Albertini, che si occupava anche di altri sport e che ha lasciato un bellissimo ricordo tra gli appassionati. Sembra che ci fosse anche una certa rivalità con Nicolò Carosio, visto che spesso Albertini faceva telecronache anche per la Rai.
RispondiEliminaUna precisazione per AleJonica. Quelle di Giampiero Galeazzi e di Paolo Rosi nella Domenica sportiva 1980/81 furono delle conduzioni occasionali, per una sola puntata.
RispondiElimina@ Pino Frisoli , se nnon sbaglio le telecronache dl famoso Mundialito trasmesso da Canale 5 furono in prestito dalla TSI per l'occasione
RispondiEliminaScusa, ripubblico il mio post corretto:
RispondiElimina@ Pino Frisoli , se non sbaglio le telecronache del famoso Mundialito trasmesso da Canale 5 furono fatte poprio da Albertini, in prestito dalla TSI per l'occasione
E' vero, Giuseppe Albertini fece per Canale 5 le telecronache di quel Mundialito in Uruguay e anche di quelli per club organizzati a San Siro e della Coppa Intercontinentale del 1985 tra Juventus e Argentinos Juniors.
RispondiEliminaComplimenti per il libro, davvero interessante. Io ho dedicato a questo argomento entrambe le mie tesi di laurea (con sfumature diverse) e trovo il tuo lavoro preciso e documentato
RispondiEliminaGrazie per i complimenti, mi fanno molto piacere. Invito tutti quelli che hanno avuto occasione di acquistare e leggere il libro a farmi sapere il loro parere.
RispondiEliminaNel 1981 quando ci fu il gol annullato di Turone nel famoso Juventus-Roma, Carlo Sassi nella moviola della DS lo giudicò regolare ?
RispondiEliminaIl gol di Turone venne giudicato regolare anche nella moviola della Domenica sportiva e questo non fece che aumentare le polemiche su quell'incontro che ancora oggi ricordiamo.
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